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Benevento – Il consigliere provinciale Giuseppe Antonio Ruggiero, in quota PD, attacca a gamba tesa l’ente provinciale di Benevento, sulla questione rifiuti:

“Il Consiglio Provinciale di giovedì ha certamente messo in luce le tantissime problematiche legate al ciclo dei rifiuti del Sannio. Ormai è evidente che il fermo della struttura di Casalduni stia generando un danno per le casse della Provincia di circa un milione e duecentomila euro. Infatti da quasi sei mesi la Samte non sta producendo introiti garantendo però lo smaltimento del percolato e la sorveglianza dello Stir di Casalduni. Basterebbe solo questo per far comprendere la drammaticità di una situazione che solamente lo sversamento fuori Provincia di tutti i Comuni contribuisce a non fare esplodere. Da questo punto di vista la Provincia di Benevento è una sorta di paese dei balocchi dove tutto viene affrontato con estrema leggerezza come se si ci trovasse in un grande luna park. Non so come la prenderanno i Comuni del Sannio quando si vedranno arrivare i costi sostenuti, e da sostenere, per la gestione di un impianto produttivo che da oltre sei mesi e fermo, quale lo Stir di Casalduni, considerato che questi costi di gestione non possono che rientrare in tariffa e quindi direttamente nella bolletta dei cittadini. Per cercare di risolvere questa drammatica situazione il Presidente Antonio Di Maria ha assunto un consulente, l’avv. Nicola Boccalone, che ha dichiarato in consiglio provinciale di non essersi dimesso dalle cariche ricoperte presso Irpiniambiente, società di gestione del ciclo dei rifiuti Irpino e che risulta in contenzioso rispetto alla Samte stessa di cui è debitrice. Ad oggi non comprendiamo il ruolo di questo consulente, onnipresente a tutte le riunioni in materia di rifiuti, che ha persino preparato la relazione in risposta all’interrogazione del sottoscritto presentata al Presidente della Provincia il quale si è limitato a dichiarare che non c’è alcuna incompatibilità così come suggerito e scritto dal consulente stesso. Evidentemente l’Amministratore di Irpiniambiente, società concorrente con la Samte visto che ogni Comune può decidere di sversare in uno qualsiasi degli Stir presenti sul territorio Campano, certamente non poteva affermare il contrario se non legittimando la propria posizione. Il paradosso di una società, la Samte, che rischia di fallire ugualmente dopo il concordato approvato persino dalla Regione Campania, considerato che i crediti vantati verso i Comuni superano i cinque milioni di euro, situazione che determinò il fermo degli impianti oltre un anno fa contribuendo all’accumulo di oltre undicimila tonnellate di rifiuti ancora giacenti presso la struttura di Casalduni. Nonostante questa drammatica situazione il Sindaco di Benevento, Clemente Mastella, moroso per oltre due milioni di euro, continua a fare opposizione alle tariffe deliberate dalla Provincia di Benevento con il rischio di mandare in tilt tutto l’intero sistema, e nonostante i suoi cittadini abbiamo versato quanto loro richiesto. Lo stesso Presidente della Provincia di Benevento risulta, con il suo Comune, moroso nei confronti della Samte costretta addirittura all’atto ingiuntivo nei confronti del Comune di Santa Croce. E’ paradossale che il Presidente del Socio unico della Samte, la Provincia di Benevento, debba vedersi recapitare un atto ingiuntivo nella veste di Sindaco, causando l’ennesima situazione paradossale di una Provincia che sembra aver perso il senno. Se a tutto ciò sommiamo il fatto che i Comuni di Paduli e Sant’Arcangelo a Trimonte nonostante i riequilibri ambientali promessi non hanno ricevuto quanto dovuto per la presenza sul proprio territorio di una discarica, se pensiamo che presso le casse della Provincia sono presenti economie libere su mutui contratti molti anni fa per circa un milione e mezzo di euro e che potrebbero essere utilizzate sia per i danni allo Stir e sia per la messa in sicurezza del secondo lotto della discarica di Sant’Arcangelo a Trimonte, allora non si può che definire folle la gestione del ciclo dei rifiuti nel Sannio. Tu questo se non consideriamo l’imbarazzante vicenda del Comune di Sassinoro e del suo impianto di compostaggio, nonostante il progetto di riammodernamento dello Stir di Casalduni, che renderebbe il Sannio capace di accogliere una enorme quantità di rifiuti differenziati ben oltre la capacità produttiva dell’intero territorio sannita. Eppure questa vicenda, insieme all’inerzia dell’Ato ancora alle prese con la nomina del direttore, rappresenta una pagina amara di una politica sannita più attenta alle passerelle, quella dei deputati e persino dei Ministri della Repubblica, che alla programmazione di un settore importante quale il ciclo dei rifiuti, rischiando quell’immobilismo che rende il Sannio terra di conquista e di interessi esterni al nostro territorio. Una sorta di paese dei balocchi dove bisogna persino preoccuparsi del fatto che persino all’interno della terna dei revisori dei conti della Provincia potrebbe esserci l’ennesima incompatibilità considerato che uno dei membri, il dott.re Luigi di Crosta è anche consigliere comunale presso il Comune di Cerreto Sannita, i cui consiglieri fanno parte del corpo elettorale chiamato al rinnovo del Presidente e del Consiglio Provinciale. Anche in questo caso il suggerimento è quello di un opportuno atteggiamento che rimuova ogni possibile interferenza fra controllore e controllato nell’interesse di tutti”.