- Pubblicità -
Tempo di lettura: 5 minuti

Una riunione interlocutoria, condizionata dalle troppe assenze e segnata da una contrapposizione politica che si fa fatica a superare. Eppur si muove. Perchè il pastrocchio rifiuti rischia seriamente di scaricarsi sui cittadini ed è questa una prospettiva che certo non alletta i sindaci sanniti. Da qui l’invito ad accantonare gli interessi di parte (politica) e a cercare una soluzione condivisa capace di tenere assieme gli interessi della Samte e dei contribuenti. “Ma vengono prima questi ultimi” – puntualizza in conclusione Domenico Matera, sindaco di Bucciano ed esponente di Forza Italia. I berlusconiani, in effetti, a partire dalla fascia tricolore di San Nicola Manfredi e coordinatore di Fi Fernando Errico –  non disertano la chiamata del presidente della Provincia Claudio Ricci e partecipano all’assemblea dei sindaci convocata per discutere della gestione rifiuti. Come annunciato, invece, manca Clemente Mastella. Che la sua voce la fa giungere attraverso una conferenza stampa in contemporanea da palazzo Mosti http://www.anteprima24.it/benevento/mastella-la-questione-del-ciclo-integrato-va-affrontata-nellato-rifiuti/

Proprio l’iniziativa del sindaco del capoluogo, però, dà il là ai lavori all’assemblea. La posizione aventiniana di Mastella non piace a Carmine Valentino, segretario provinciale del Pd e primo cittadino di Sant’Agata dei Goti che prende la parola e chiede l’appello nominale dei presenti: “Bisogna chiarire dinanzi all’opinione pubblica chi c’è e chi non c’è. Chi sceglie la strada del confronto, anche aspro, e chi preferisce i monologhi e le conferenze stampa. Chi rispetta i luoghi istituzionali e chi invece li delegittima”. Ma la lista degli assenti è lunga, lunghissima. Ben 34 (su 78) i comuni non rappresentati, elenco dal quale vanno sottratti i ritardatari, come Montesarchio che arriva a riunione quasi terminata. Mancano praticamente tutti i sindaci che fanno riferimento a ‘Noi sanniti’, il movimento politico fondato da Clemente Mastella e Mario Pepe (anche San Giorgio del Sannio ovviamente non c’è).

A Ricci il compito di ripercorrere le tappe della vicenda e a chiarire la posta in palio: “Ho convocato questa assemblea quando ho ricevuto la comunicazione della chiusura dello Stir di Casalduni da parte della Samte. Poi il Consiglio di Stato ha riconosciuto le ragioni della Provincia e ribaltato lo scenario, rendendo se possibile ancor più importante questa riunione: non è più la Samte ad essere in difficoltà ma i Comuni”. Comuni che, ribadisce Ricci, pure dovrebbero fare mea culpa, almeno quello che hanno scelto le vie legali per contestare le tariffe per il conferimento dell’indifferenziata nello Stir di Casalduni. “Se la cifra (il riferimento è alla delibera del 2015 poi legittimata dalla sentenza del Consiglio di Stato) era alta era perchè in questa provincia bisognava pagare due volte il ‘pizzo’. Una volta per coprire le spese di bonifica degli 8 siti dismessi presenti sul nostro territorio, un regalo della gestione commissariale della Regione, l’altra per il termovalorizzatore di Acerra. Si tratta rispettivamente di 40 e 50 euro a tonnellata in più che non riguardavano i costi del servizio offerto dalla Samte”. E comunque, assicura Ricci, le tariffe praticate oggi nel Sannio sono tra le più basse in assoluto, certamente in confronto agli altri impianti presenti in Campania: “Leggo di un sindaco che vuole indagare il mercato per capire se esistono soluzioni più convenienti. Ebbene, se si rivolge ad Avellino, tra tariffa, costo del trasporto e i 40 euro da pagare qui per la bonifica dei siti dismessi, il costo è di 255 euro a tonnellata, rispetto ai 140 nostri. E’ così che vuole tutelare gli interessi dei cittadini”.

Quanto ai nove comuni che lo scorso aprile hanno avuto ragione dal Tar sulla delibera del 2016 che fissava il costo a 175 euro, l’invito di Ricci è chiaro: “Dovete tifare per me, sperare che il Consiglio di Stato accolga anche questo nuovo nostro ricorso, altrimenti invece dei 175 euro a tonnellata che non volevate pagare ne dovete versare 199”. E dunque? “E’ ora di mettere da parte le divergenze e lavorare nell’interesse delle comunità da noi amministrate” – chiosa l’esponente del Pd. Appello rilanciato pure dal consigliere regionale, altro esponente democrat, Erasmo Mortaruolo: “Questa situazione rischiano di pagarla i 280mila cittadini sanniti. Basta parlare di maggioranza e minoranza, serve responsabilità”. Considerazione raccolta pure da Fernando Errico, d’altronde, l’organismo chiamato a gestire il tutto sarebbe l’Ato rifiuti, eletto ormai da quattro mesi ma fermo al palo perchè il risultato elettorale non ha determinato maggioranze e minoranze. “Per uscire da questa situazione di stasi, serve un percorso condiviso. Forza Italia è disposta a fare la sua parte e a lavorare per superare le differenze, ma nel rispetto della coalizione e degli alleati”. Tradotto: senza Mastella nessun accordo con il centrosinistra. L’appuntamento, allora, è per lunedì, quando alle 11 dovrebbero ritrovarsi intorno al tavolo il presidente della Provincia o un suo delegato, il presidente designato per l’Ato Giovanna Tozzi, i segretari di Pd, Forza Italia e Alternativa Popolare (tutti e tre sindaci) Carmine Valentino, Fernando Errico e Paolo De Ieso, nonchè il capogruppo a palazzo Mosti Luigi De Nigris in rappresentanza dei mastelliani ‘Noi Sanniti’. Saranno inoltre presenti i rappresentanti della Samte. Il tutto, è stato detto, in attesa del passaggio di competenza dalla Provincia all’Ato.