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Il Rione Libertà non è un bancomat. È il refrein riecheggiato nel salone parrocchiale della chiesa dell’Addolorata, dove è stato presentato il progetto di una rete di popolo contro l’abbandono e la desertificazione dei servizi sociali.

CGIL, Libera, Agesci, Auser, Sunia, Federconsumatori e le due parrocchie del Rione, cioé la stessa Addolorata e San Modesto con i rispettivi parroci hanno promosso una iniziativa che è ispirata al dissenso rispetto alla condizione e allo stato delle cose che si registra oggi ed hanno chiesto una radicale inversione di tendenza nelle politiche di welfare.

Senza sicurezza, senza servizi, senza infrastrutture, il più popoloso e popolare dei quartieri cittadini, afflitto da pesanti, croniche e strutturali condizioni di debolezza e fragilità socio-economica, langue in un abbandono che sembra irreversibile. Una condizione che, di fatto, segnala il Rione come un contenitore di elettori buono solo a votare per coloro che imboniscono meglio degli altri per poi dimenticarsi delle promesse fatte e della stessa esistenza del Rione.

Ecco dunque una risposta alla denunciata condizione che propone l’importanza e la necessità di una rete sociale di collaborazioni e di cooperazioni all’interno della società civile rionale. Si tratta probabilmente dell’ultima speranza per la riqualificazione di un’area che ha perso negli anni alcuni servizi comunque essenziali.

Un’assemblea pubblica promossa da una rete costituita da sindacati e associazioni ha quindi avuto la possibilità e l’opportunità di discutere delle più gravi criticità che si riscontrano nel Rione. Quello che più preoccupa i cittadini è la mancanza di un Presidio sanitario nell’area rionale, ma preoccupano ancora altre carenze di servizi ed, ovviamente il complessivo degrado urbano. I partecipanti all’Assemblea hanno quindi trovato l’accordo per la necessità di una mobilitazione collettiva per richiamare l’attenzione delle Istituzioni locali.

Michele Martino, referente dell’Associazione Libera, ha aperto i lavori dell’Assemblea, che sono stati moderati da Giuseppe Vassallo, segretario dei pensionati della Cgil, ha sottolineato: “Vogliamo sia realizzata una rete di ascolto. Le Parrocchie sono il primo presidio d ascolto”. Poi l’affondo: “È una vergogna che il quartiere più popoloso della città non abbia più un Presidio sanitario. Non c e dislocamento di servizi amministrativi. Un quartiere che ha fatto negli anni enormi passi indietro. Eppure questo dovrebbe essere il quartiere anima della città e ci ritroviamo con problemi incancreniti da anni”.

Il segretario provinciale della Cgil Luciano Valle ha spiegato la partecipazione alla manifestazione del Sindacato con queste parole: “Un quartiere in abbandono con servizi pubblici che non esistono più. L’Asl in qualche modo ha bloccato il suo presidio non ci sono più uffici. I cittadini completamente abbandonati e l’edilizia che non c’è”.

Don Gaetano e Don Lorenzo, che guidano le due Parrocchie e che quotidianamente accolgono e ascoltano le difficoltà e le lagnanze dei residenti, hanno ribadito l’importanza del confronto diretto e del ritrovarsi come comunità. Peraltro, come ha riportato l’ultimo report curato dalla Caritas diocesana e presentato nei giorni scorsi alla pubblica opinione, è emerso che le Parrocchie sono diventate fondamentali punti di ascolto per il grido di dolore dei cittadini in difficoltà.

Don Gaetano ha spiegato: “E’ fondamentale incontrarsi. La situazione economica non è dei migliori dei cittadini. Si deve camminare insieme e poter cambiare la situazione. E’ una situazioni endemica. Da molto tempo il rione vive una fase complessa. Sia il cittadino che le istituzioni devono camminare insieme per poter uscire. Denunciare il problema e la speranza di poter risolvere il problema”.