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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma de La Rete Sociale in merito alla vicenda Ristorò, impresa finita a giudizio con l’accusa di aver riciclato pasti non consumati dai bambini delle scuole per consegnarli ai pazienti dei centri di salute mentale e residenze per anziani del Sannio.

“La Rete Sociale nell’ambito della tutela delle persone con disagio psichico e dei loro familiari, si è costituita oggi 24 febbraio, parte civile nel processo che vede imputati i rappresentanti dell’impresa Ristorò che fino al 2015 ha gestito il servizio mensa scolastica e fornitura pasti ai pazienti delle strutture ASL di Benevento: in particolare, i centri di salute mentale e residenze per anziani di Morcone, Puglianello, Bucciano, San Bartolomeo in Galdo e Molinara.

In particolare, secondo l’imputazione della Procura della Repubblica, per i pasti destinati ad anziani e malati psichici si sarebbe provveduto a “riciclare alimenti non consumati dai bambini delle scuole (…) per farli consumare ai pazienti delle sopra citate strutture; nella specie il personale dislocato presso le scuole provvedeva a recuperare il cibo alla fine del pranzo degli alunni delle sopra indicate scuole, al fine di riutilizzarlo per preparare cibi solidi e liquidi, così compromettendo proprietà organolettiche e nutrizionali degli alimenti;

– raccogliere il cibo avanzato nelle scuole e conservarlo all’interno delle vaschette anche per alcuni giorni primo del riutilizzo;

– cucinare e confezionare i pasti ai malati ben oltre il tempo previsto;

– utilizzare i rimasugli della cucina di grasso di carne per preparare i pasti liquidi dei pazienti di tali strutture psichiatriche e per anziani.

La Rete Sociale – attraverso il presidente  Serena Romano, rappresentata in giudizio dall’avv. Maria Teresa Vallefuoco – ha descritto al Giudice per l’Udienza preliminare (GUP) del Tribunale di Benevento, l’attività svolta dall’Associazione per ottenere una ristorazione adeguata alle esigenze terapeutiche, con modalità dei pasti quanto più vicina alla tipologia di servizio familiare-giornaliero per una maggiore umanizzazione del ricovero: e per questo ha chiesto il risarcimento del danno non patrimoniale subito dall’Associazione per lesione alla sua personalità ed identità.

Di conseguenza il GUP ha ammesso la costituzione di parte civile de La Rete Sociale la quale ha evidenziato che “Dalla condotta criminosa delle imputate, per come formulata nella richiesta di rinvio a giudizio, è derivato grave danno non patrimoniale all’Associazione (…). In particolare, è palese la gravità delle lesioni alla dignità delle persone affette da malattie psichiche, la cui tutela è obiettivo principale dell’Associazione costituenda. Le imputate, nell’ambito del disegno criminoso, loro ascritto, avevano modulato i loro comportamenti secondo una gerarchia di categorie sociali, collocando all’ultimo posto i malati psichici e gli anziani, soggetti maggiormente deboli e vulnerabili (…)”.

Come noto, al termine dell’udienza preliminare, le imputate sono state rinviate a giudizio con udienza fissata per il 4 novembre 2021 innanzi al G.M. dott. S. Perrotta”.