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Apice (Bn) – Dopo la tappa di Forchia rinviata al 16 giugno causa maltempo, quella di domani ad Apice può essere considerata la vera e propria serata inaugurale dell’edizione 2019 di “Riverberi – Appia in Jazz”.
L’appuntamento è di quelli da non perdere: nella suggestiva cornice del Castello dell’Ettore nella città vecchia, si esibirà Fabio Concato con Paolo Di Sabatino Trio (Paolo Di Sabatino piano, Marco Siniscalco basso, Glauco Di Sabatino batteria). Ad aprire il concerto dell’artista meneghino, che proporrà i suoi più grandi successi rivisitati in chiave jazz, Ettore Patrevita e Simone Ielardi, che in “Quisisana” presenteranno il loro progetto di musica intuitiva dal quale hanno addirittura tirato fuori un disco (“Primitivo”) molto interessante. Per loccasione verrà allestita anche la mostra fotografica “Belvederi e Paesaggi sull’Appia Antica”, che viaggia con la carovana di Riverberi ed è curata da Luca Vernacchio con scatti dei coni ottici dell’Antica Direttrice Romana. 
 

L’ingresso è completamente gratuito, ma l’accesso alla zona del Castello, interdetta alle auto, sarà disciplinato con l’istituzione di un servizio navetta che da Apice Nuova trasferirà il pubblico ad Apice Vecchia in una manciata di minuti. Il servizio di trasporto sarà in funzione dalle 18.30 ed avrà il costo simbolico di 1 euro a tratta. Il punto di partenza delle navette ed il parcheggio auto sono situati nella stessa zona, ovvero nei pressi della Chiesa di Santa Maria Assunta e del Parco Papa Giovanni XXIII. Le auto potranno essere lasciate in sosta anche lungo le strade limitrofe dotate di carreggiata ampia. Al termine dei concerti le navette ricondurranno il pubblico al punto di partenza. Per quel che riguarda i punti ristoro, nei dintorni del Castello dell’Ettore ad Apice Vecchia ci sono diversi locali, tra bar, wine-bar, osterie e ristoranti attrezzati. Prevista anche una degustazione gratuita di vini del territorio. 

La prossima sosta del festival itinerante “Riverberi – Appia In Jazz” è programmata per sabato 1° giugno a San Nicola Manfredi con la performance di Roy Paci e Carmine Then aperta dal sax di Federico Califano (“Lacio Drom”).

FABIO CONCATO BIO
Fabio Concato è una delle certezze della nostra musica d’autore. Nel corso degli anni, ha saputo ritagliarsi uno spazio importante per le sue canzoni, narrando in modo molto personale le piccole grandi storie della quotidianità. Nostalgie, ricordi, speranze, rivelazioni e confessioni appena delineate, lampi d’allegria contagiosa e momenti di grande tenerezza popolano il mondo delle sue canzoni, simili a foto, illustrazioni e annotazioni in un diario della memoria che è sempre riuscito a fare breccia sia nell’immaginario che nella sensibilità del pubblico. Nasce a Milano, il 31 MAGGIO 1953, in una famiglia ricca di stimoli culturali e musicali: la madre è giornalista e stimata poetessa, il padre ottimo chitarrista e noto autore e divulgatore della musica jazz. Nel 1965 forma con il fratello maggiore il suo primo gruppo rock. NEL 1974 che con due grandi amici – Bruno Graceffa e Giorgio Porcaro – dà vita ai “Mormoranti”, un gruppo di cabaret in cui scrive testi e musiche e che, da subito, dalle prime esibizioni al “Derby” di Milano, riscuote grande successo. La storia discografica di Fabio Concato inizia nel 1977, con la pubblicazione del primo album, “Storie di sempre”, che contiene “A Dean Martin”, scherzosa presa in giro del cantante americano che si fa apprezzare per la sua vena ironica e originale. L’anno successivo è la volta di “Svendita totale”, secondo album che prelude ad un cambio di etichetta – dalla Saar alla Philips – con cui nel 1979, Concato pubblica “Zio Tom”, album a cui collabora uno dei più bravi armonicisti al mondo, Thoots Thielemans. Trascorrono tre anni prima che il cantautore milanese decida di ripresentarsi al pubblico, lo fa nel 1982 con un album intitolato semplicemente “Fabio Concato”. È un successo e il brano “Domenica bestiale” – ancora oggi tra i più programmati in radio – conquista e seduce il grande pubblico, diventando così la prima pietra miliare nella produzione musicale dell’artista. È l’avvio di una fase artistica molto fortunata, che prosegue nel 1984 con “Fabio Concato”, album che conquista il doppio disco di platino e rende popolari canzoni come “Guido piano”, “Rosalina”, “Sexy Tango”, “Ti ricordo ancora” e “Fiore di maggio”, veri punti di riferimento nella musica d’autore italiana. Nel 1988 Concato pubblica il singolo “051/222525”, un pezzo drammatico di straordinaria forza, i cui proventi, destinati a favore di“Telefono Azzurro”, servono a mantenere in vita il servizio, allora minacciato di chiusura. Nel 1990 esce un nuovo album, “Giannutri”, che Concato registra a Parigi sotto la guida di Phil Ramone (famoso produttore americano delle più grandi rockstar, da Paul McCartney a Billy Joel ed Elton John): un disco di caratura internazionale, ispirato alla bellissima isola del Tirreno. Ancora un grande successo sospinto da piccoli grandi capolavori come “Speriamo che piova” e “Gigi”. Una raccolta di successi datata 1991, “Punto e virgola”, separa “Giannutri” dal suo successore, l’album del 1992 “In viaggio”, nel quale sono pubblicate “Giulia”, “E’ festa” e l’intensa “Canzone di Laura” che Concato scrive con Pino Daniele. Il decimo album di studio, “Blu”, esce nel 1996, prodotto dal tastierista della PFM Flavio Premoli. Tra le canzoni: “O bella bionda”, “Ciao amore” e “Bella Italia”. Nel 1999 è la volta di “Fabio Concato”, un nuovo album di inediti con gli arrangiamenti di Maurizio Fabrizio. impreziosito dalla presenza di un duetto con Josè Feliciano, nel brano “M’innamoro davvero”. Nel 2001 esce l’album “Ballando con Chet Baker” arrangiato da Pier Carlo Penta e da Bruno Zucchetti, in cui è pubblicato il brano “Ciao Ninìn” presentato al “Festival di Sanremo”, prima partecipazione di Fabio Concato alla kermesse. È del 2003 “Voilà”, il primo “Concato-live”, nel quale, oltre al bellissimo inedito brano omonimo, alcuni grandi successi vengono intensamente re-interpretati e impreziositi in duetti con Anna Oxa, Lucio Dalla, Samuele Bersani e Stefano Di Battisti. Nel 2007, partecipa per la seconda volta, raccogliendo ottime critiche ed un notevole successo di pubblico, al “Festival di Sanremo” con il brano “Oltre il giardino”, uno straordinario esempio di perfetto equilibrio tra la denuncia (la piaga sociale dell’espulsione dal mondo del lavoro dei cinquantenni) e la rabbia poetica per una prospettiva futura di speranza e ancora degna di esser vissuta. Annunciato da due singoli, “Tutto qua” e “Un trenino nel petto”, il 20 MARZO 2012 Fabio Concato pubblica, a distanza di ben 11 anni dal precedente, un nuovo album di inediti “Tutto Qua”, scritto e realizzato nel tempo, con calma, dove la grande vena compositiva e narrativa è intatta e le nuove canzoni continuano a raccontare storie personali e, al tempo stesso, facilmente condivisibili con il grande pubblico. Nel 2014, Fabio Concato partecipa all’album “Tandem” di Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello, interpretando la sua celebre “Gigi”, canzone dedicata al padre che gli ha aperto le porte anche del jazz, mondo che Fabio ha sempre infatti frequentato. Dopo quell’esperienza nasce “Canzoni”, uno spettacolo che il neo costituito trio ha portato per oltre un anno in tutta Italia e nel quale brani dal respiro eterno vengono vestiti di un abito nuovo, acquisendo di volta in volta un senso inedito. Nel 2016, Fabio Concato, Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello pubblicano “Non smetto di ascoltarti”. La voce inconfondibile di Fabio Concato, insieme all’eleganza della tromba di Bosso e all’energia vitale dei tasti di Mazzariello, sono messe al servizio delle parole e delle melodie di grandi autori italiani. Dalla, Endrigo, Mogol, De Gregori e Concato stesso. Il jazz che scorre nelle vene dei tre artisti, ha fatto il resto.

IL PROGETTO DI CONCATO A RIVERBERI 
Immancabile appuntamento con la grande musica d’autore di Fabio Concato e le atmosfere sofisticate di Paolo Di Sabatino e del suo Trio che guideranno il pubblico in un viaggio emozionante alla scoperta del nuovo album ‘Gigi’, attraverso il repertorio dei successi di Fabio Concato, riproposto in chiave jazz, con gli arrangiamenti e l’accompagnamento dello stesso Paolo Di Sabatino (piano), di Marco Siniscalco (basso) e Glauco Di Sabatino (batteria). L’amore di Paolo Di Sabatino per le canzoni di Fabio Concato è la genesi di questo progetto, quando nel 2011 invitò Fabio a partecipare al suo album ‘Voices’, non facendosi sfuggire l’occasione di proporgli di rivisitare una manciata di suoi successi e di vestirli con arrangiamenti e sonorità vicine al jazz acustico. Da allora si sono alternati numerosi concerti, uno più emozionante dell’altro, che hanno immortalato questo connubio artistico, trasferendo di fatto in uno studio di registrazione la magia di ogni live. “Gigi è mio padre – racconta Fabio – Lo dico per i molti che non lo sanno. Gigi mi ha avvicinato alla musica con divertimento e me l’ha fatta amare. Gigi ascoltava molto jazz (la sua musica preferita) insieme a quella brasiliana, meglio se suonata e cantata da Joao Gilberto. Gigi non faceva il ‘musico’ di professione, ma bastavano un paio di accordi sul piano o sulla chitarra per avvertirne subito la sensibilità e il talento che sarebbe stato bello condividere con tutti. Fabio sono io. Lo dico per i pochi (sigh) che non lo sanno!”. “E per festeggiare i miei 40 anni di musica, scritta e cantata sempre con lo stesso amore e lo stesso piacere – dice Concato – ho deciso di farmi un regalo: reinterpretare in chiave jazzistica alcune mie canzoni con l’aiuto di un grande pianista con cui suono e collaboro da qualche anno e sempre più piacevolmente: Paolo Di Sabatino, che ha curato gli arrangiamenti e che voglio ringraziare per la passione e la delicatezza con le quali si è avvicinato al repertorio. E allo stesso modo ringrazio Marco Siniscalco (al basso, ndr) e Glauco Di Sabatino (alla batteria, ndr): grazie! E Gigi”.