Si inaugura domani a San Nazzaro la 15esima edizione di “Riverberi”, la rassegna musicale ideata e diretta da Luca Aquino, che abbraccia parte del territorio sannita, realizzata grazie al contributo della Regione Campania e cofinanziata con risorse del FSC Campania 2021/27 Fondo di Rotazione ex lege n.183/1987 destinate alla definizione del “Programma Unitario di Percorsi Turistici di tipo culturale, naturalistico ed enogastronomico di portata nazionale e internazionale”.
Il festival si aprirà a San Nazzaro, presso la Villa Comunale, con il concerto di Daniele Sepe in quintetto alle 21.30, che rispolvera un suo vecchio ma sempre attualissimo progetto musicale, “Spiritus Mundi”.
Come gustosa anteprima, ci sarà l’esibizione del talentuoso chitarrista beneventano Simone Ielardi (alle 21.00). Simone Ielardi presenterà “I was here before”, un progetto che esplora i confini tra suono e spazio in un viaggio sonoro ricco di immagini evocative. Al centro del suo lavoro c’è la chitarra elettrica, trasformata attraverso effetti, loop e manipolazioni in uno strumento capace di generare paesaggi sonori sospesi, profondamente immersivi. Un progetto strumentale che affonda le radici nell’ambient, nel post-rock e nella musica cinematica, intrecciando atmosfere rarefatte e strutture dilatate con un approccio minimale e meditativo. Simone ielardi nasce a Benevento nel 1998. È attivo in numerosi progetti, principalmente di carattere jazzistico e world music, con cui registra e gira l’Italia e l’Europa: Taurn, Fujenti, Ettore Patrevita trio, Quisisana ed altri. È stato presidente e fondatore dell’associazione culturale ”Catullo Square” a Benevento, sala prove e spazio sociale e di aggregazione per molti musicisti della zona. Si laurea in chitarra jazz al conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara nel 2024. Ha suonato in diversi festival e club italiani (tra cui Umbria Jazz, Riverberi, Campania Teatro Festival, Jazz sotto le stelle a Pietrelcna, Bologna jazz, South Italy Blues Connection, Teatro Romano e Mulino Pacifico)
Il partenariato anche quest’anno include sei comuni: capofila, esattamente come lo scorso anno, resta Castelpoto. Oltre al già citato San Nazzaro, lo affiancheranno i riconfermati Sant’Angelo a Cupolo, San Martino Sannita, San Leucio del Sannio e Pietraroja. Come tradizione vuole, manifesto e logo della rassegna sono frutto di un’opera del maestro Mimmo Paladino.
Si informa la cittadinanza e i visitatori che, nella serata dell’evento comunale di San Nazzaro, l’accesso da Benevento sarà interessato da una deviazione obbligatoria a causa della Notte Bianca a San Giorgio del Sannio, che comporterà la chiusura al traffico della via principale.
Per raggiungere San Nazzaro si consiglia di seguire il seguente percorso alternativo:
- All’ingresso di San Giorgio del Sannio, in corrispondenza della chiusura della strada principale, deviare su via Alessandro Manzoni.
- Proseguire fino all’incrocio e svoltare a destra suvia Suor Floriana Tirelli.
- Procedere sempre dritto lungovia Barone Nisco fino a immettersi sulla SS7.
- Continuare sulla SS7 fino a Piazza Risorgimento, quindi proseguire diritto per Piazza Immacolata e via Ciriaco Bocchini, proseguire lungo la SP26 seguendo le indicazioni per San Nazzaro.
DANIELE SEPE BIO
Daniele Sepe nasce a Napoli nel 1960, studia flauto al Conservatorio e si unisce al Gruppo Operaio E Zezi di Pomigliano d’Arco. Inizia a suonare il sassofono e collabora come turnista di sala con chiunque, dai Bisca a Nino D’Angelo, da Gin Paoli a Eduardo De Crescenzo, dai 99 Posse a Peppino Gagliardi. Nel 1990 si autoproduce l’album del debutto solista, MALAMUSICA, seguito a breve distanza da L’USCITA DEI GLADIATORI e da PLAY STANDARD AND MORE, in cui rilegge Nino Rota e Dizzy Gillespie, Piero Piccioni e Duke Ellington, insieme al suo Art Ensemble of Soccavo. Intanto scrive musica per teatro, balletti e cinema.
Nel 1993 VITE PERDUTE, e nel 1994 SPIRITUS MUNDI, lo portano all’attenzione del pubblico; LAVORARE STANCA, 1998, ottiene la Targa Tenco per il miglior album in dialetto.
Ecletticamente prosegue l’attività discografica esplorando generi e stili diversi, dalle canzoni di lotta alla musica bretone; firma le musiche per “Amnesia” di Gabriele Salvatores, e continua a dare alle stampe album in cui spazia liberamente in diversi ambiti musicali. Seguono infatti negli anni diversi lavori: ANIME CANDIDE (2003), UNA BANDA DI PEZZENTI (2005), SUONARNE 1 PER EDUCARNE 100 (2006), KRONOMACHIA (2007) e FESSBUCK del 2010, CANZONIERE ILLUSTRATO (2012), IN VINO VERITAS (2013), A NOTE SPIEGATE (2015). Nel 2015 fonda il collettivo “Capitan Capitone e i fratelli della Costa” con cui pubblica tre album, contemporaneamente inizia la sua collaborazione live in Napoli Trip di Stefano Bollani. Nel 2019 pubblica un album dedicato al sassofonista argentino Leandro “Gato” Barbieri. Nello stesso anno collabora agli arrangiamenti dell’album di Vinicio Capossela “Ballate per uomini e bestie” che vince la targa Tenco come miglior album in assoluto. Al 2024 ha pubblicato 36 album. Difficile definire la sua musica, sempre in bilico tra reggae, folk, reggae, folk,world music, jazz, rock, fusion, blues, musica classica. Una sua caratteristica costante è il modo quasi “zappiano” di affrontare la scrittura e l’arrangiamento. Daniele Sepe così definisce il proprio stile: La musica è fatta di tante cose molto diverse fra di loro. Così come fa un bravo regista affrontando diversi generi, pensa a Kubrick, dall’horror alla fantascienza ad un film storico, tutti fatti bene, io spero di fare cose molto diverse fra di loro e tutte fatte bene.
SPIRITUS MUNDI
“Spiritus Mundi” è un’opera intensa e sincera, un viaggio complesso e vitale nei luoghi della memoria e della musica popolare, in tutte le sue accezioni, ma anche un’operazione di avanguardistica ricerca nel trattamento delle radici di un universo, sonoro e politico-umano. “Spiritus Mundi”non si avvarrà di trend dominanti, non rientra né nel rock italiano e neppure nella musica napoletana, meno che mai in quella rap-raga che sembra vivere un ritorno di fiamma. Miglior disco dell’anno nel 1994 per “Rockerilla” – Folkroots – 4° posto nelle list. Disco meraviglioso. E’ diretto, sincero, oltremodo vario e coraggioso. Non è jazz che si abbevera nel panfolklorismo o viceversa. E’ soltanto grandissima musica. Incisione accurata per un esercito di suoni. Il fil rouge, che lega fra loro i brani di Spiritus Mundi, é il fatto di essere tutte canzoni di protesta; in vari modi denunciano situazioni di povertà, di disagio o di oppressione subite dalla gente comune. “Raggatruffen” é un raggamuffin, con ospite Luca Persico dei 99 Posse alla voce, che ci spiega come gli italiani siano sempre rimasti fregati dai politici, qualunque partito votassero alle elezioni. In “Deus ti salvet” Auli Kokko canta un’ Ave Maria del 1300 in dialetto sardo, accompagnata da un tumulto di suoni progressive jazz. “Yerakina” é una canzone popolare del nord della Grecia, che ha come preludio il motivo iniziale di “Luglio, agosto, settembre (nero)” degli Area. “Te recuerdo Amanda” fu scritta dal cantautore cileno Victor Jara, parla di una storia d’ amore tra due operai, Amanda e Manuel. Fu ripresa anche da Joan Baez e Mercedes Sosa; qui Daniele Sepe propone la sua versione jazzy. “St. James Infirmary” racconta delle innumerevoli traversíe patíte dal popolo afroamericano durante il periodo della schiavitù; ovviamente declinando il tutto in chiave blues. “Lacrime ‘e cundannate” é un brano scritto da emigranti italiani a New York nel 1936; parla del processo e della condanna a morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, con l’ accompagnamento di una marcia sinfonica. In queste scorribande etno musicali, ovviamente Daniele Sepe non é da solo, ma si fa accompagnare da una nutrita schiera di musicisti; quasi tutti di origini partenopee. C’é la sua vocalist preferita, Auli Kokko, che si destreggia abilmente tra inglese, portoghese, spagnolo, dialetto sardo, pugliese e napoletano.