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Benevento – È la fattoria sociale dell’Orto di Casa Betania a far da sfondo alla prima uscita nel Sannio di Enrico Rossi, uno dei padri fondatori di Articolo 1 -Mdp, movimento sorto in seguito allo strappo interno al Pd operato dall’ex sinistra democrat. 

Ad accogliere il governatore toscano, giunto in città intorno alle 21.30 e in compagnia del consigliere regionale irpino Francesco Todisco, c’è l’intero gruppo dirigente locale del partito, a iniziare dal coordinatore Gianluca Aceto, dal suo vice Angelo De Marco e da Enzo Parziale. Presenti anche i vertici di Sinistra Italiana (con il segretario Federica De Nigris) e Possibile (Gianni Russo), le altre due formazioni politiche che con Articolo 1 hanno consegnato a Pietro Grasso la leadership dell’alleanza pronta a gettarsi nell’agone politico al grido “Liberi e Uguali”.

In sala, tra gli altri, l’ex segretario di Sel Lorenzo Cicatiello, Francesco Nardone, il sindaco di Sassinoro Pasqualino Cusano, gli assessori della giunta Cutillo a Torrecuso Alessandra Limata ed Eugenio Maffei. Ma si rivede anche un volto caro alla sinistra sannita: Aniello Troiano, ultimo segretario del Pci e primo leader del Pds.

Insomma, il contesto non sarà ancora quello tipico della campagna elettorale ma nell’aria già si respira clima da battaglia. Anzi da guerra… stellare, visto e considerato che è proprio con una citazione di Star Wars che Rossi ha chiamato a raccolta quanti sentono l’esigenza di “risollevare l’astronave della sinistra”. 

La grandezza non conta, il nostro alleato è la forza – insegnava il maestro Yoda. “La nostra forza – spiega oggi Rossi – sta nell’autonomia e nella diversità. Dal Pd al Movimento Cinque Stelle fino a Forza Italia, dicono tutti le stesse cose. A cominciare dalle tasse. La flax tax vuol dire alleggerire il carico fiscale per i più ricchi e lasciarlo inalterato per i più poveri. E questo in un paese dove ci sono 18 milioni di persone a rischio povertà. Ma possiamo citare anche l’immigrazione o le politiche sul lavoro: questioni su cui tutte le altre forze sembrano convergere su ricette analoghe. Noi invece diciamo che bisogna combattere l’evasione fiscale, smetterla con i bonus concessi a tutti a prescindere dalla condizione economica, predisporre un piano industriale e un piano occupazione”.

Proposte che consentono a Liberi e Uguali di guardare “con serenità” alla prossima campagna elettorale. “Siamo in espansione – aggiunge Rossi. La discesa in campo di Pietro Grasso ha creato entusiasmo. E la stessa partecipazione di Antonio Bassolino al meeting di Roma dell’altra domenica è un fatto assai significativo”.

E a fronte dei sondaggi che vedono la sinistra forte soprattutto nelle regioni rosse, il governatore toscano guarda con ottimismo anche a quel che si sta muovendo nel Sud Italia. Come a Napoli, dove l’avvicinamento di Antonio Bassolino non pare precludere la strada a un coinvolgimento di Luigi De Magistris. “Dobbiamo essere inclusivi, senza creare barriere o steccati. Vogliamo rispondere alla domanda di cambiamento che c’è nel Paese e che al Sud è ancora più forte. Il Mezzogiorno è da troppo tempo abbandonato a se stesso. E da presidente della Regione Toscana sono consapevole anche di come il Sud sia stato penalizzato da un federalismo competitivo e non cooperativo. Sono convinto che avremo un bel risultato anche qui. Anzi, le dico di più: al Sud, questa sala ne è la dimostrazione, la gente si organizza, partecipa, si domanda, ascolta. Trovo più vivacità politica nel Meridione che non al Nord“.

L’entusiasmo, insomma, non manca. Che poi un risultato Rossi può dire di averlo già raggiunto. “Ero stanco, dico la verità – racconta nel suo interventk. Ma oggi ho ritrovato la passione per la politica. Da quando ho lasciato il Pd, mio figlio ha ripreso a seguirmi con interesse. Così come mio padre che la sera in cui ho ufficializzato l’uscita dal partito mi ha accolto con un sorriso: hai fatto bene Enrico, mi ha detto”.

Come sondaggio, ai fini statistici, magari non regge. Ma è comunque un buon auspicio.