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Benevento – Il derby è una partita che si prepara da sola. Il derby non è una partita come le altre. Frasi comuni, ripetute come una filastrocca in ogni occasione. Sarà così anche per Salernitana e Benevento e per i rispettivi tifosi. Granata e giallorossi si sfideranno lunedì sera davanti a una cornice di pubblico importante. Sarà una gara particolare soprattutto per chi in carriera ha vestito entrambe le maglie. Il Benevento, in questo senso, “batte” la Salernitana, annoverando quattro ex nelle proprie fila rispetto ai tre presenti in quelle avversarie. 

La vita dell’ex, però, non è così semplice. Almeno in questo avvio di campionato. Lunedì sera, infatti, in campo potrebbe essercene uno solo al momento del calcio di inizio. In casa Salernitana sono fuori causa Billong e Lombardi: il difensore per infortunio, l’esterno perchè in ritardo di condizione. A sperare è il solo Walter Lopez, l’uruguaiano sogna di debuttare proprio contro la Strega ma il recupero di Kiyine sembra precludergli questa possibilità. Dei tre, tra l’altro, Lopez è l’unico ad aver lasciato un ricordo positivo tra i supporter del Benevento, contribuendo alla scalata dalla C alla A

Sulla sponda sannita a sorridere è Massimo Coda, punto fermo dell’attacco di Pippo Inzaghi. Ottanta partite e trentuno gol con il cavalluccio marino per il bomber di Cava de’Tirreni, venticinque centri in cinquantotto apparizioni con la Strega ma nessuno contro la sua ex squadra. All’Arechi era un idolo, un po’ come Alessandro Tuia che in granata ha disputato sei stagioni arrivando a indossare la fascia da capitano. All’ombra della Dormiente le cose vanno decisamente peggio, martoriato dagli infortuni il centrale si vede costretto a dover ribaltare le gerarchie che vedono avanti Volta e Caldirola.

Una sola stagione a Salerno per Riccardo Improta, titolare nelle formazioni di Sannino e Bollini. L’esterno la soddisfazione di “bucare” la sua ex squadra se l’è tolta lo scorso anno, mettendo a segno la seconda delle quattro reti rifilate all’undici di Colantuono da quello di Bucchi. Il borsino delle probabili formazioni lo danno in panchina ma nel 4-2-4 di Inzaghi gli esterni appaiono le pedine più intercambiabili in base alla tipologia di partita. Una menzione a parte, infine, la merita Ghigo Gori. L’estremo difensore è un idolo e una bandiera nel Sannio, a quasi quarant’anni è diventato un uomo spogliatoio importante oltre a essere il terzo portiere in rosa. A Salerno ha lasciato un ottimo ricordo, è bastata una stagione e mezzo per far apprezzare anche al popolo granata la professionalità del ragazzo originario di Taranto. In cuor suo sapeva già di non giocarlo questo derby, gli altri invece ci speravano ma per gli ex sono tempi duri.