“Cercavi qualcosa di più della gioia: oggi ti trovi davanti alla sorgente zampillante di salvezza”. Il parroco don Gaetano Ilenge Kilumba Papa si è rivolto con queste parole ad Angelica, nell’omelia della messa funebre, l’ultimo saluto ad una ragazza tanto amata non solo dai suoi genitori e dai suoi parenti, ma anche dai tantissimi amici che non hanno voluto mancare all’appuntamento.
La storia troppo breve della vita di Angelica è in qualche misura simile a quella di tanti ragazzi e ragazze di questo nostro tempo così difficile ed amaro soprattutto per i giovani, un tempo che acuisce soprattutto le difficoltà del mestiere di padre e madre e che si riflettono nell’angoscia loro e di chi le era vicino in qualche misura e modo vicino e che si interrogano sulle presunte mancanze di un sostegno e di un apporto anche psicologico nel loro rapporto.
Lo stesso parroco dell’Addolorata si è fatto interprete di questi sentimenti e di questo comune smarrimento rispetto all’incomprensibile. Don Gaetano si è chiesto: “I giovani sono la nostra speranza; ma ci crediamo davvero?”. Ed ancora: “Perché Angelica non ha più accettato di giocare con le nostre regole? Oggi siamo tutti molto vicini ad Angelica, ma quando era viva lo abbiamo fatto davvero?”. Il parroco è parso smarrito al cospetto di una tragedia come quella vissuta dalla famiglia di Angelica al punto che durante l’omelia ha ammesso: “La sfida più grande che noi abbiamo oggi è quella di parlare; ma io trovo difficoltà a leggere anche quello che ho scritto”.
La costernazione del parroco si è spinta fino al punto di di ammettere che è legittimo sentirsi indignati per le circostanze esterne che hanno forse sollecitato la tragica scelta di Angelica; ma poi don Gaetano si è chiesto: “Ma serve a qualcosa questa indignazione?”. Piuttosto, ha proseguito il parroco, rivolgendosi direttamente ai genitori della ragazza: “Eravamo qui in Chiesa domenica, insieme per la Santa Messa, proprio nei momenti in cui si compiva l’irreparabile. Ebbene, mi ha commosso e colpito molto il vostro gesto di tornare qui, dopo che tutto si era compiuto, per affidarvi alla grazia e alla misericordia di Dio. Sappiate che non siete soli”.
Don Gaetano ha voluto ricordare come l’Arcivescovo metropolita di Benevento, Felice Accrocca era vicino alla famiglia ma impossibilitato ad essere presente perchè in Trentino. “Angelica sarà sempre presente, pur invisibile”. Infine don Gaetano ha concluso: “Con la scomparsa di un figlio si rovesciano le regole del gioco, ma Angelica continueremo ad ascoltarla con il cuore”.
Hanno preso poi la parola due docenti di Angelica nel suo percorso di studi. Lina Biasco, di Scienze Umane del liceo Guacci ha detto: “È stata un’alunna speciale proiettata verso l’infinito. La tua sete di conoscere e di andare oltre i pregiudizi ha gravato sulla tua grande persona. La tua luce possa consentire di allentare il dolore straziante dei tuoi cari. Sei stata e sarai sempre amata nonostante lo sgomento che ci strazia il cuore”.
Caterina Pingue di materie letterarie: “Una stella luminosa e il tuo oscillare tra il sogno e la realtà. La tua libertà e le tue prigioni, la tua dedizione allo studio. Hai indossato la cultura come un abito, sei una stella che continuerà a brillare negli occhi lucidi della tua famiglia, dei tuoi amici e delle tue professoresse. Aiutaci a dare senso alle nostre lacrime e sarai la stella polare che ci permetterà di parlarti ancora”. Angelica era stata accolta con un grande applauso sul sagrato della Chiesa. Presente anche uno striscione che campeggiava ben in vista per ricordare la passione sportiva ed il tifo per il Benevento Calcio che la famiglia amava.