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Benevento – Mille euro non bastano; ne mancano troppi all’appello. I lavoratori della società in liquidazione, Samte pretendono il pagamento delle 9 mensilità non corrisposte da parte di un’azienda da anni in difficoltà economiche, oggi retta da una Commissione in liquidazione. La decisione  di  pagare una minima parte del dovuto ai lavoratori, rastrellando peraltro il fondo del barile della cassa, non può bastare a chi ha una famiglia da portare avanti e spesso si deve appoggiare alla solidarietà dei genitori.

Questo è il quadro della situazione che ha indotto per l’ennesima volta  ad una clamorosa manifestazione di protesta  presso la sede di via Mazzoni a Pacevecchia.

Intanto i sindacati  che rappresentano i lavoratori, non hanno voluto partecipare ad una riunione convocata dal Commissario liquidatore Agostinelli, facendo però sapere che parteciperanno il 7 luglio all’ennesimo summit in Prefettura. D’altra parte non si capisce  quali novità  possa portare  la giornata di martedi prossimo visto che la gran parte dei comuni sanniti, unica fonte di finanziamento della società, si rifiutano di pagare le proprie quote per la gestione del servizio trattamento rifiuti; mentre  il socio unico  dell’Azienda, cioè la Provincia, mette mano al portafoglio solo per pagare la peraltro costosa raccolta del percolato che si forma nelle discariche dismesse.

Questa fase di stallo dura almeno dall’agosto 2018, allorché fu distrutta una delle linee di produzione  dello Stir di Casalduni paralizzando le attività della Samte. La stessa società e la Provincia reclamano ancora una volta che, l’ente d’ambito rifiuti, finalmente diventi operativo costringendo i comuni a liquidare il dovuto anche al fine di pagare i dipendenti Samte.