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Benevento – Assemblea permanente dei dipendenti della Samte. I lavoratori lamentano il mancato pagamento di nove mensilità nonché l’assenza di qualsivoglia iniziativa volta ad applicare gli accordi sottoscritti già oltre un mese fa allorché la Samte fu dichiarata ufficialmente chiusa dalla Provincia di Benevento.

I contratti di solidarietà che avrebbero dovuto scattare per consentire ai lavoratori di poter ricevere almeno uno stipendio ridotto non sono stati applicati. I lavoratori hanno così deciso di manifestare nella sede della società in via Mazzoni. E stata reclamata la presenza dell’amministratore della società, Carmine Agostinelli, per un confronto, ma non è stato possibile. Agostinelli infatti non è in sede. I lavoratori ritengono che in cassa ci sarebbero risorse finanziarie per pagare il dovuto ai lavoratori, ma, secondo altre fonti, ovvero la Digos che è presente sul posto, non ci sarebbero soldi in cassa.

Tra i lavoratori in lotta c’è anche l’unico dei 52 dipendenti che non ha aderito ai contratti di solidarietà. Questi ha attaccato duramente l’amministratore Agostinelli, nonché tutti i sindaci dei comuni sanniti che non hanno mai onorato i loro debiti con la società: proprio a causa delle loro morosità la società è andata in default ed ha chiuso i battenti. Secondo il lavoratore l’unica cosa che i sindaci riescono a fare è quella di promuovere le sagre e null’altro.

Marinaro Cosentino che non ha accettato la proposta del part time al 30%, ha attaccato:  “I sindaci della nostra provincia sono capaci di fare solo  sagre e convegni. Ho preferito il licenziamento alla loro proposta. Portare avanti una gestione di un’attività cosi importante non è alla loro portata”. Anche Nicolino De Cicco, Rsu Fp Cgil, operaio della Samte ha alzato la voce: “Non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Le promesse non sono state mantenute. Noi lavorando due giorni a settimana dovremmo far vivere una famiglia. E’ inaccettabile. Qual è il cronoprogramma dell’azienda?”

Provocatoria infine la proposta del dipendente: “Perchè non si tolgono dal mercato? Non sono in grado di gestire questa situazione. Vogliono solo smembrarla per venderla ad un privato. Questa la decisione della politica sannita in un settore che non si conosce la crisi, solo in questo territorio è carente. Notiamo soltanto ambiguità. Non c’è più fiducia “.