Nei giorni scorsi abbiamo denunciato una vicenda intollerabile: una nostra concittadina ha dovuto attendere cinque mesi – e soltanto grazie all’intervento della Prefettura, alla determinazione dei familiari e all’attenzione della stampa – per ottenere un diritto elementare, quello al contrassegno invalidi.
Ciò che è accaduto subito dopo supera ogni limite di decenza amministrativa. Il sindaco Vernillo, invece di restituire dignità e rispetto a chi per mesi è stato costretto a subire disagi inaccettabili, ha fatto collocare in fretta e furia dei paletti proprio nei pressi dell’abitazione della cittadina interessata, impedendole di parcheggiare.
Non è stato predisposto un posto riservato agli invalidi.
Non è stata individuata una soluzione di civiltà.
È stato compiuto un atto che somiglia a una punizione personale.
Ci domandiamo: con quali autorizzazioni? Con quale progetto? Con quale logica amministrativa si procede con tanta rapidità solo per ostacolare chi ha già dovuto combattere mesi per vedersi riconosciuto un proprio diritto?
Questo comportamento rappresenta un accanimento istituzionale, indegno della funzione di sindaco.
Un primo cittadino ha il dovere di garantire diritti, non negarli. Ha il dovere di abbattere barriere, non di crearne di nuove. Ha il dovere di servire la comunità, non di perseguitarla.
Il sindaco Vernillo ha scelto, ancora una volta, la strada peggiore: quella dell’arroganza, della chiusura e della mancanza di rispetto verso i cittadini più fragili.