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La sanità italiana è ammalata ed i suoi operatori scendono in piazza incrociando le braccia bloccando le prestazioni non urgenti. Anche a Benevento si è registrata la protesta promossa dalla sigla sindacale Nursing Up. La manifestazione si è svolta al Corso Garibaldi davanti al Palazzo della Prefettura. Gli operatori della sanità sono passati troppo velocemente dallo status di eroi dei tempi del Covid a ultima ruota del carro cui viene pure depennata parte della pensione: questo il senso della accesa protesta. A Benevento si confermano tutti i mali della sanità italiana con situazioni ancora più gravi ed allarmanti: Pronto Soccorso intasato per mancanza di un adeguato filtro sul territorio delle esigenze dei pazienti; pessima distribuzione del personale qualificato sulle strutture territoriali tra gli Ospedali San Pio e Sant’Alfonso de’ Liguori. Emergenze nazionali e criticità locali, sommandosi, creano un acuto disagio tra gli operatori ed un pessimo servizio ai cittadini: dal Sannio parte un allarme ed una richiesta di cambio sostanziale di passo. Mancano 60 mila medici in tutta Italia, e 170 mila infermieri il dato più preoccupante.

Salvatore Follo segretario provinciale del sindacato ha sottolineato: “Il servizio sanitario nazionale sia rispettoso dei pazienti. Abbiamo bisogno di medici di operatori sanitari ma soprattutto di infermieri. Ci sono colleghi che vogliono andare a lavorare all’estero, 1800 richieste per andare a lavorare in Svezia  perchè pagati meglio e probabilmente c’è più rispetto e maggiori  prospettive di carriera più vantaggiate”. Il sindacalista ha poi aggiunto: “Noi siamo e rimaniamo operatori della sanità, siamo infermieri e siamo orgogliosi.  Ma abbiamo bisogno di essere incentivati”. In ambito locale problemi  già noti, ma Follo ha  lanciato un nuovo appello: “Qui nel Sannio vengono pazienti da Napoli Caserta Avellino che non essendo assistiti  in maniera adeguata   vengono qui. Abbiamo strutture  non utilizzate, A Sant’Agata dovrebbe nascere un polo oncologico, ma non sappiamo quando.  Non c’è piano un piano strategico”. Infine Follo ha concluso: “Chiediamo rispetto della professione e  adeguamento stipendiale. Noi siamo professionisti non eroi”.