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L’intervento della Corte dei Conti sulla partecipazione del Comune di Solopaca alla costituenda società Sannio Acque S.r.l. rappresenta l’ennesima conferma di un metodo politico-amministrativo segnato da approssimazione, autoreferenzialità e scarsa trasparenza, caratteristiche ormai distintive della gestione Mastelliana in tutto il Sannio”.

Così in una nota stampa Giovanni Cacciano, candidato per il Partito Democratico alle elezioni regionali in Campania del 23 e 24 novembre.

“I giudici della Corte dei Conti – evidenzia Cacciano – hanno, infatti, rilevato gravi carenze nella procedura di consultazione pubblica prevista dal Testo Unico sulle Società Partecipate (art. 5, comma 2), sottolineando che la semplice pubblicazione di documenti sul sito dell’Ente Idrico Campano e la ricezione di tre osservazioni non possono essere considerate una vera partecipazione dei cittadini”.

Secondo la Corte – prosegue -, sarebbe stato necessario un più ampio coinvolgimento della collettività al fine di garantire quella trasparenza che la buona amministrazione impone e che come al solito non alberga nel modus operandi mastelliano”.

Si tratta di una censura pesante – sottolinea Cacciano -, che non colpisce solo un aspetto formale ma il cuore del metodo mastelliano: decisioni prese dall’alto, senza ascolto, senza dibattito, senza un reale confronto con i territori e con i cittadini. Per non parlare dell’assoluta mancanza di considerazione per le osservazioni dell’opposizione, vissute solo come un fastidio ma che puntualmente – purtroppo – trovano riscontro nei fatti.

Un approccio che svilisce i principi democratici e mina la fiducia nelle istituzioni”.

La vicenda di Sannio Acque avrebbe potuto rappresentare un’occasione per costruire un modello di gestione del servizio idrico fondato su partecipazione, efficienza e legalità. Invece, ancora una volta, assistiamo a un’operazione condotta con superficialità e chiusura, che rischia di compromettere la credibilità stessa dell’Ente Idrico e dei Comuni coinvolti.

Il Partito Democratico e chi, come me, crede in un’idea diversa di amministrazione, chiedono trasparenza, competenza, responsabilità e rispetto delle regole. Perché l’acqua è un bene pubblico essenziale e la sua gestione non può essere piegata a logiche di potere o improvvisazione politica”, conclude Giovanni Cacciano