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Tra le cinquanta meraviglie che uno sportivo dovrebbe vedere prima di morire c’è River-Boca, “la stracittadina più calda del mondo”, la partita per eccellenza della stagione. E’ andata in scena la finale di ritorno della Coppa Libertadores, una gara bella, emozionante e che ha visto il successo del River Plate sul Boca Juniors. Spettacolo di tifosi sugli spalti, una partita che da questo punto di vista non ha bisogno di presentazioni. Un doppio confronto infinito, durato due mesi, condizionato dagli scontri di Buenos Aires e terminato, ieri sera, al Santiago Bernabeu. “Sono stati due giorni di festa, di canti, di banderazos, di tamburi”, così Adrian Tegano, ci racconta la finale vissuta sugli spalti dell’impianto di Madrid.

Ma partiamo dall’inizio. Avete presente quando a 20 anni, finiti gli studi, arriva il momento di scegliere se lavorare subito o avventurarsi nel viaggio della vita? Ecco, Adrian ha preso la seconda strada: zaino in spalla e biglietto di sola andata per l’Italia“Sono nato a Villa la Angostura in Patagonia Argentina a 1700 km da Buenos Aires da una famiglia numerosa dove io, mia madre, mio padre e mia sorella tifiamo per il Boca Juniors, mentre i miei tre fratelli maschi tifano River Plate. Ho origini italiane, mio nonno paterno era calabrese e grazie a questo ho avuto la possibilità di avere la cittadinanza italiana velocemente. Tutto iniziò dopo la crisi del 2001 quando mio padre decise di emigrare verso l’Europa. Nel 2008 trovò lavoro a Vitulano e dopo qualche mese lo seguii in Italia. Ho conosciuto molta gente che mi ha aiutato tanto, in primis la famiglia Limata. Sono già 10 anni che vivo qui”. Gioca a calcio Adrian, ruolo portiere, difende i pali del Gianni Loia, e ogni domenica scende in campo con la maglia del Boca rimarcando la sua fede calcistica sui campi dilettantistici e “difendendo” le sue origini.

Tornando alla storia della gara: “Ieri verso le 11 del mattino insieme al mio amico Federico siamo andati alla Fan Zone del Boca a un chilometro dallo stadio dove si è radunata tantissima gente e tra una birra e l’altra, abbiamo iniziato la nostra festa: tanti cori, bandiere, colori e abbracci a gente che nemmeno conoscevo, inseguendo tutti quanti lo stesso sogno. Verso le 18 ci accompagnano al Bernabeu e li inizia un’altra festa con tanto di fumogeni, gente che si ferma accanto a noi per fare dei video e scattare delle foto, visto che a Madrid e in Europa in generale, non si vede tutti i giorni uno spettacolo del genere. Una volta entrati allo stadio sono rimasto senza parole. Una struttura imponente con gli spalti che si riempivano velocemente e “La 12” (la storica tifoseria del Boca) che non ha smesso di cantare per tutti i 120 minuti. C’erano bambini, adulti, giovani. Ho visto gente piangere per l’emozione quando è cominciata la partita. Mi è venuta la pelle d’oca: c’era davvero una atmosfera magica. Sicuramente lo spettacolo più bello che ho visto in vita mia e consiglio a chiunque abbia la possibilità di poter andare a vedere questa partita perché è veramente unica”.

Le sensazioni durante i 120 minuti: “La partita poi in generale è stata molto bella sotto l’aspetto agonistico con il Boca più attendista e il River che cercava di giocare tenendo la palla ma senza mai preoccupare la nostra difesa. Mentre il Boca con le ripartenze metteva paura, tanto è vero che il nostro gol è stato meritato, visto che avevamo avuto nel primo tempo 2/3 occasioni limpidissime. Poi nella ripresa loro sono usciti fuori e giocando bene sono riusciti a pareggiare e ad avere parecchie chance. L’espulsione di Barrios nei tempi supplementari ci ha tagliato le gambe perché ha sbilanciato un po’ la squadra e loro alla prima occasione hanno segnato”.

Il finale batticuore: “Poi il resto si è visto… il nostro portiere ha giocato a centrocampo e con l’infortunio di Gago siamo rimasti in nove. Al 120esimo abbiamo avuto la possibilità di pareggiare e portare la partita ai rigori , ma abbiamo preso il palo e loro in contropiede ci hanno fatto il terzo. I nostri giocatori sono usciti tra gli applausi perché hanno dato tutto e siamo molto orgogliosi di loro, forse qualche scelta sbagliata dell’allenatore ha condizionato la nostra partita ma va bene così. Il calcio dà sempre una rivincita e speriamo di ritrovarli il prima possibile perché questa sconfitta fa molto male e dobbiamo riscattarci al più presto”.

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