Home Sport Benevento Altri Sport Benevento Rischiò la vita nel Sannio, ora Claudia sogna Tokyo: “Non lascio la...
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Benevento – Le due ruote della sua bicicletta girano ancora, se possibile più forte di prima. La velocità non c’entra niente, perché per un ciclista l’andamento è spesso determinante, ma non sempre. Il caso di Claudia è diverso. La vittoria è pedalare, stare in gruppo, tornare a vivere facendo ciò che l’ha sempre resa felice. La nostra Claudia è Claudia Cretti, 22enne bergamasca che il 6 luglio 2017 visse un vero e proprio dramma sulle strade sannite, nel corso della tappa del ‘Giro Rosa’ Isernia-Baronissi. Nei pressi della ‘Zingara Morta’, percorrendo una discesa, perse il controllo della sua bici in sella alla quale viaggiava a una velocità vicina ai 90 chilometri orari. Batté la testa violentemente contro l’asfalto, la situazione parve subito critica. Furono necessarie due operazioni al ‘Rummo’ di Benevento per risolvere una situazione più delicata che mai. In quei giorni, in quei momenti, tutta la comunità si strinse intorno alla famiglia e a Claudia, impegnata nella sua lotta per la vita. Tornare in strada a pedalare e gareggiare, in quegli intensi attimi, era l’ultimo dei pensieri dei suoi cari. Un sogno all’apparenza irrealizzabile diventato oggi una splendida realtà.

Giorno dopo giorno la forza di volontà, una famiglia straordinaria e l’amore per il ciclismo hanno consentito alla giovane bergamasca di compiere un autentico miracolo. Decisiva la spinta di un idolo, il classico esempio che ti consente di cambiare marcia: “La forza e la storia di Alex Zanardi mi hanno ispirato”, ha dichiarato Claudia alla Gazzetta dello Sport, a cui ha confidato anche un sogno straordinario: partecipare ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. A ottobre ha ottenuto l’abilitazione per la categoria C5, che si riferisce agli handicap meno gravi. “Sogno di fare bene per entrare in Nazionale, correre la coppa del Mondo e andare a Tokyo nel 2020, non solo per mangiare il sushi. C’è un appuntamento a 5 cerchi”, dice esprimendo una vitalità invidiabile sullo sfondo di un’esistenza che è tornata ad essere normale.

Ha ripreso a frequentare la facoltà di Lingue all’UniSport di Trento, ha dato l’esame di Storia Contemporanea e guida di nuovo la macchina. “C’è anche una nuova persona nella mia vita, forse dopo l’incidente sono diventata più tenera. Prima in testa avevo solo l’università e la bici”. Quella bici che, nonostante tutto, non lascerà mai. “Ad agosto, dopo un’uscita, ho avuto una crisi epilettica che ho risolto con i medicinali corretti. Ecco, la prima domanda che ho fatto in pronto soccorso è stata: ‘posso tornare in sella?’. Per me pedalare è vita, felicità. Quando esco osservo il panorama, saluto tutte le persone che incontro. Non potrei mai farne a meno”. Con questo spirito ogni sentiero è meno impervio.