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La nota è di Elvira Santaniello, attivista Meetup Amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio    

 

“Dopo 4 mesi di silenzio, in questi giorni si torna a parlare della richiesta al Comune di Benevento da parte di GESESA di cessione del 34% di quote azionarie.
Del resto era prevedibile che GESESA ci riprovasse dopo un po’ di tempo e soprattutto dopo aver provveduto a farsi carico dei costi dell’illuminazione dell’Arco Traiano, della Fontana di Papa Orsini, del Campanile di Santa Sofia e dopo aver accettato di sponsorizzare anche l’illuminazione del Teatro Romano.
Eppure, in questi giorni c’è ancora qualcuno che si meraviglia.
Chi ancora fa la parte dell’incredulo probabilmente dimentica che il core business di ACEA, socio di maggioranza di GESESA, come appare chiaramente dalle dichiarazioni rese alla stampa dall’Amministratore delegato di GESESA Piero Ferrari, è quello di crescere, acquisire nuovi soci e puntare ad estendere i propri confini di influenza, proponendosi come gestore anche a livello regionale.
E per raggiungere questo scopo, Ferrari ha chiaramente evidenziato in diverse interviste che non ci sarà nessuna diminuzione del capitale privato bensì erosione di quello pubblico. 
DEL RESTO, COS’ALTRO AVREBBE POTUTO FARE UNA SOCIETA’ CHE HA IL PROFITTO COME SUO OBIETTIVO PRINCIPALE???
Il problema, dunque, non è tanto la richiesta fatta da GESESA al Comune di Benevento quanto l’ipocrisia del Comune stesso che, nonostante Mastella abbia più volte dichiarato che l’acqua deve essere sottratta alle logiche di profitto, finge di fare il tira e molla ed intanto incassa i benefici delle sponsorizzazioni, con buona probabilità propedeutiche ad un accordo sulle quote.
Ma l’ipocrisia, purtroppo, non sta solo dalla parte degli amministratori.
Ogni volta che si fa un’assemblea pubblica sull’acqua, e specialmente durante le ultime due tenutesi a Benevento con Padre Zanotelli (nel dicembre 2017 e qualche giorno fa), i comitati, gli ambientalisti, le associazioni, i preti e chi più ne ha più ne metta, si ripuliscono l’immagine pubblica parlando dell’acqua che non è una merce e del pericolo delle privatizzazioni: ma perché nessuno si è lamentato quando l’amministrazione comunale beneventana apriva le porte delle scuole cittadine a GESESA e patrocinava i progetti scolastici sull’educazione ambientale gestiti da chi fa profitto sull’acqua?
A nessuno è mai saltato all’occhio il fatto che, con la scusa di parlare di sostenibilità ambientale e di risparmio idrico, o con la foglia di fico dell’acquisto di beni a servizio della scuola, la società di gestione del servizio idrico di Benevento entrava nelle scuole dei nostri figli per farsi pubblicità e per mascherare il proprio interesse economico sulla gestione dell’acqua?
E ancora, nessuno si è mai posto il problema di una società che offe ai propri utenti un servizio sicuramente inadeguato e poi pretende di dare lezione ai nostri figli sul risparmio idrico?
Sicuramente qualcuno dirà che queste mie riflessioni sono paturnie populiste.
Ebbene, a costoro è bene ricordare che la lotta contro le multinazionali è fatta anche di scelte, di disobbedienza civile, di opposizione alla logica del profitto a tutti i costi.
E’ con questi gesti concreti che le popolazioni Munduruku del Brasile hanno impedito la costruzione di una mega diga sul fiume Tapajós e che la tribù degli Odoni in Nigeria hanno combattuto contro la Shell facendola condannare per i danni causati dall’estrazione di petrolio nel Delta del Niger.
Mentre a Benevento gli ambientalisti, i comitati e i preti, i genitori, professori e dirigenti scolastici non hanno proferito parola nei confronti di GESESA che da un lato asseta i cittadini e dall’altro vorrebbe insegnare il risparmio idrico.
La differenza sta tutta qua: laddove i popoli ribelli si scagliano contro le lobbies e le multinazionali con convinzione ed unità si vince, qui a Benevento, invece, dove nessuno, politico, amministratore o semplice cittadino, è capace di fare scelte difficili e sofferte rimaniamo sempre fermi a parlarci addosso.
La parola d’ordine è RIPUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO: se non saremo capaci di riunirci intorno ad un tavolo con esperti del settore ed avviare un percorso in tal senso, ogni altra parola sul tema dell’acqua non avrà più senso”.