Tempo di lettura: 3 minuti

Con l’inizio della stagione dei tagli boschivi, nel nostro territorio emerge un interrogativo urgente: a chi devono rivolgersi oggi i cittadini per presentare le richieste di autorizzazione? Fino allo scorso anno la procedura era chiara: per superfici inferiori a 3 ettari la comunicazione andava alla Comunità Montana, mentre per quelle superiori era necessario un atto autorizzativo dello stesso ente. Oggi, invece, dopo l’entrata in vigore del Decreto Pichetto del 23 aprile 2025, regna l’incertezza più totale.

Il problema è semplice ma grave: chi rilascerà i nulla osta? Nel frattempo, chi decidesse di procedere al taglio ( senza nulla osta ) rischierebbe  una doppia sanzione, sia per la normativa regionale che per i vincoli del Parco, pur non essendo quest’ultimo ancora formalmente istituito.

È fondamentale chiarire che il Decreto non ha istituito il Parco Nazionale del Matese, ma si è limitato a definire una perimetrazione provvisoria e a introdurre nuove norme di salvaguardia. L’istituzione vera e propria avverrà solo con Decreto del Presidente della Repubblica, al termine di un iter ancora lungo e complesso. Nel frattempo, però, i territori subiscono nuove restrizioni senza ricevere alcun beneficio.

Il Decreto prevedeva inoltre la nascita, entro 30 giorni, di un comitato di gestione provvisorio. A quasi cinque mesi di distanza, questo organismo non è stato nominato ufficialmente( manca ancora la pubblicazione  in Gazzetta Ufficiale).Un vuoto istituzionale che blocca non solo gli interventi selvicolturali, ma anche pratiche fondamentali come i nuovi contributi PSR o le autorizzazioni edilizie. Il rischio è che cittadini e imprenditori restino per mesi o anni in attesa di pareri mai rilasciati, come già accaduto altrove. È come eleggere un sindaco senza mettergli a disposizione operatori , uffici,   e strumenti per lavorare.

In teoria, le autorizzazioni ( nulla osta) per le aree esterne al Parco Regionale del Matese dovrebbero passare alle Regioni Campania e Molise. In pratica, però, non è stato ancora indicato a quale ufficio rivolgersi. Ne deriva un vuoto amministrativo che si somma ai vincoli già esistenti (SIC, ZPS, Soprintendenza, Comunità Montana).

Ecco perché nascono domande legittime: Se i cittadini non potranno più tagliare la legna per autoconsumo( con boschi di proprietà)dovranno rivolgersi ai consorzi con ulteriori costi che peseranno sui bilanci familiari. Se cittadini e imprenditori vogliono avviare pratiche edilizie o ottenere contributi PSR, si trovano di fronte a un vuoto giuridico e amministrativo.

Ad oggi non esiste un ente operativo che possa rilasciare nulla osta, quindi le procedure restano bloccate o sospese. Questo comunicato nasce a seguito delle numerose richieste di chiarimento che mi sono pervenute da parte dei cittadini: è un tema che non riguarda solo Sassinoro, ma tutti i Comuni ricadenti nel perimetro del Parco, dove risulta veramente un enigma dare delle risposte concrete.

Il Parco sì, ma a condizione che venga condiviso con la popolazione e non imposto dall’alto.

E, soprattutto, con una gestione responsabile della fase transitoria: prima di applicare nuove norme, era logico mantenere in vigore quelle precedenti per evitare lo stallo attuale. La tanto proclamata “semplificazione della pubblica amministrazione” non può restare uno slogan: deve diventare un diritto per i cittadini e un dovere per gli enti.

“Per evitare conflitti con la popolazione e con le attività economiche, è indispensabile rivedere la perimetrazione, riportandola nei luoghi di più elevato valore naturalistico o nelle aree di alta quota, che rappresentano la vera vocazione di un Parco. Devono essere invece escluse le zone produttive e tradizionali: non nei centri urbani, non nelle aree industriali e non lungo una strada statale, come purtroppo avviene oggi”, così nella nota Lucio Di Sisto, consigliere comunale di Sassinoro.