- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Sono 560 le scorte concesse in Italia.  Buona parte, circa la metà, proteggono magistrati (206). Poi ci sono  politici (una settantina), imprenditori, dirigenti pubblici, testimoni di giustizia, pentiti, giornalisti.

Complessivamente, sono oltre 2mila gli uomini delle forze dell’ordine impiegati. Numeri pubblicati oggi da ‘Il Fatto Quotidiano’. Diversi i casi riportati nell’articolo di Alessandro Mantovani.

E nell’elenco trovano spazio anche Sannio e Irpinia, entrambi con due politici.

Per Benevento, noto è il caso di Nunzia De Girolamo. Per l’ex parlamentare – ricorda‘Il Fatto’ – è operativo un dispositivo di protezione minimo. Si parla del ‘Livello 4’, ovvero della presenza di un agente e un autista su auto comune.  A motivare la misura, si ricorderà, le minacce di cui è stata vittima nel passato l’esponente berlusconiana. Nel dicembre del 2015, in particolare, proprio alla vigilia di Natale, una busta con due proiettili le fu recapitata all’indirizzo privato della sua abitazione romana.

Un episodio simile ha visto suo malgrado protagonista Gianfranco Rotondi. Anche per il politico avellinese, l’intimidazione ha preso la sostanza di una busta contenente due proiettili – avvolti in un ritaglio del quotidiano ‘Libero’ – lasciata nella buca postale della casa a Roma.

Per restare ai protagonisti dell’ultima campagna elettorale, la lista delle persone scortate presenta anche il nome di Claudio Lotito, candidato per Forza Italia alle elezioni del 4 marzo. In questo caso, però, le esigenze di sicurezza non hanno nulla a che fare con la politica: a minacciarlo furono le frange più estremiste del movimento ultras laziale.

Ricordiamo che a valutare i pericoli è l’Ufficio centrale interforze per la sicurezza (Ucis) del Viminale. L’Ucis esamina le segnalazioni che giungono dalle Prefetture e dalle Questure e decide se disporre o meno la protezione e se revocarla.  La scorta viene assegnata solo quando esiste un rischio concreto e viene revocata se si considera cessato il pericolo. La decisione ultima compete sempre alla Commissione centrale consultiva, composta dal direttore dell’Ucis e dai rappresentanti delle forze di polizia, di Aise e Asi.