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Riceviamo e pubblichiamo la nota della consigliera Civico22, Giovanna Megna, sull’ennesima chiusura delle scuole.

La nota – “Anche lo scorso anno in questo esatto periodo le scuole erano chiuse a Benevento per allerta meteo, sarà un caso o forse sono talmente tanti i giorni di chiusura che può accadere anche questa strana coincidenza.

Oggi però la misura è davvero colma, perché non c’è nessuna allerta che giustifichi l’ennesima chiusura, con tutti i disagi che conosciamo e viviamo. Né allerta gialla, né arancione, che pure lasciano una completa discrezionalità ai sindaci, ma qui siamo davvero al ridicolo, si chiude con livello di allerta verde, solo per il vento, neppure una goccia di pioggia.

A questo punto, come qualcuno ha ironizzato, si dovrebbe proporre di invertire l’anno scolastico e chiudere definitivamente le scuole della città d’inverno e aprirle d’estate, così il Sindaco si sentirebbe davvero al sicuro, anche se dovrebbe rinunciare a tutto il giubilo dei ragazzi che lo hanno da tempo nominato santo patrono delle scuole chiuse.

È solo ed esclusivamente questo il motivo per cui si chiude anche con il vento, la sicurezza del Sindaco.

Cade così anche l’ipocrisia delle scuole sicure e degli investimenti mirabolanti che non ci assicureranno mai un anno scolastico normale, come il resto d’Italia (e a questo giro anche il resto della Campania), perché se non sarà la scuola rimessa a nuovo (vedi la scuola Pacevecchia appena riaperta e comunque oggi chiusa) sarà il pericolo degli alberi non potati o il rischio di esondazioni o un meteorite. Non esisterà mai il rischio zero, questo lo sa bene chi si assume la responsabilità di amministrare.

Oggi però questa chiusura ha un sapore ancora più amaro, non solo perché a chiudere in tutta la Campania è solo Benevento (aperte a Napoli e Caserta nonostante indicate come aree maggiormente interessate da forti venti nel bollettino della protezione civile), ma anche perché proprio in questi tristi giorni la scuola viene indicata come panacea di tutti i mali, dalla violenza contro le donne alla devianza minorile.

E sarà compito decisamente arduo per quelle della nostra città, più impegnate a recuperare i tanti giorni di stop e la programmazione ordinaria.

Altissimo il costo anche per le famiglie, sempre raggiunte dalle ordinanze della sera prima, con i permessi di lavoro (per chi li ha) ridotti all’osso e costi di gestione extra familiare che diventano sempre più insostenibili e la sempre drammatica inoccupazione femminile.

Restano le tante parole, sui giovani che se ne vanno, sul carico della scuola e le responsabilità delle famiglie, parole a cui le risposte, di semplice e ordinaria amministrazione non arrivano mai.

Personalmente mi aspetto che il delegato all’Istruzione Farese, anche come giovane padre, potrà non solo comprendere meglio gli innumerevoli disagi vissuti dalle famiglie, ma anche incidere maggiormente su tali decisioni, questa volta prive davvero di qualsiasi razionale appiglio”.