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Il 12 settembre 2020 non sarà ricordato, molto probabilmente, come il giorno dell’avvio del campionato di serie A 2020/21. Il rinvio di almeno una settimana appare oramai scontato. Il presidente federale, Gabriele Gravina, e il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, comunicano a distanza, “palleggiandosi” una decisione scontata. 

Il problema è mettere insieme gli impegni e trovare le condizioni per non creare disagi ai tesserati“, ha dichiarato oggi  a ‘Dribbling‘ su RaiDue lo stesso Gravina, “immaginate una finale di Champions League tutta italiana, il 23 agosto. A fine agosto, poi, ci sono le convocazioni nazionale per la finestra della prima settimana di settembre. Iniziare il 12 mi sembra una via poco percorribile. Bisogna cadenzare le gare di campionato ed essere responsabili non facendoci trovare impreparati e senza commettere gli errori del passato“.

Occasione buona per tornare a battere sul tema riguardante la riforma dei campionati: “E’ uno degli argomenti da affrontare in tempi rapidi. E’ un’importante esigenza che non è mai stata affrontata e invece dobbiamo farla. Ci sono tutte le condizioni“.

Sul tavolo c’è anche l’idea lanciata dal presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, il quale ha proposto nei giorni scorsi di introdurre play off e play out in serie A, anche e soprattutto per spezzare l’egemonia della Juventus. “L’idea di una leggera modifica nasce da un’esigenza di emergenza a causa di un maledetto virus e che comunque si ripresenterà, a mio avviso, verso ottobre-novembre del 2022 quando ci saranno i Mondiali in Qatar. In quell’occasione avremo un’ulteriore sospensione“, ha concluso il presidente federale, “dobbiamo avere la capacità di saper proporre innovazioni, che generano sempre un momento di paura ma noi dobbiamo vincerla. Il calcio ha bisogno di qualcosa di particolarmente innovativo, che tenga conto delle condizioni oggettive del momento. Noi ne abbiamo due: l’evoluzione epidemiologica, che non conosciamo, e il protocollo con cui dobbiamo fare i conti, e che per la prossima stagione così com’è diventa inapplicabile“.