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Benevento – La passione per il basket e la socialità al centro del progetto. La Smile Basket School 2.0 era partita col botto nell’open day dello scorso ottobre, ma negli ultimi mesi ha evidenziato una crescita ulteriore nelle iscrizioni e nella progettualità. Il responsabile Pietro Iarriccio ha parlato dell’evoluzione dei programmi tracciando contestualmente un bilancio dei primi mesi. 

Pietro, più che un inizio quella della Smile Basket School è stata una ripartenza. Come valuti questi mesi?
“Abbiamo ripreso il percorso di due anni fa, e lo abbiamo fatto con grande entusiasmo. Siamo in crescita, abbiamo grandi aspettative. Siamo contenti dei risultati che stiamo ottenendo con i ragazzi di ogni fascia di età, a partire dai 5 anni. Il riscontro dei piccoli protagoniste e delle loro famiglie è estremamente positivo. Abbiamo cercato di dare qualità a ogni cosa che abbiamo in mente”.

Quali esperienze, in particolare, proponete ai ragazzi?
“Stiamo lavorando con assiduità nelle scuole di primo e secondo grado. Proviamo a lavorare molto anche nel sociale attraverso borse di studio sportive che ci aiutino a diffondere la cultura dello sport e del basket abbinando l’attività della pallacanestro all’inclusione sociale”.

Come è suddiviso il lavoro svolto dalla Smile Basket School?
“Abbiamo i Pulcini, che sarebbero i bambini di 5 e 6 anni; poi gli Scoiattoli, di 7-8 anni; gli Aquilotti 9-10 anni; gli Esordienti 11-12, fino ad arrivare al basket con i ragazzi più grandi dell’under 13 e under 14 con cui l’anno prossimo abbiamo intenzione di partecipare al campionato federale. L’attività si svolge all’Alberti di piazza Risorgimento, ma abbiamo un’altra sede a Ponte che ci sta dando tante soddisfazioni, con bambini di etnie diverse. La cosa ci fa particolarmente piacere”.

Quali obiettivi vi proponete per il futuro?
“L’idea della società è quella di crescere da un punto di vista tecnico, ma non vogliamo che sia quella la priorità. Per me i bambini devono semplicemente giocare, la partita deve essere un modo per favorire l’inclusione, la conoscenza e il confronto con altri ragazzi della stessa età e anche di società diverse dalla nostra. Vincere viene dopo, resta un obiettivo, ma non quanto i valori del confronto e della crescita sul piano personale”.

Qual è stato il momento più bello vissuto negli ultimi mesi?
“Sicuramente la festa di Natale riservata ai nostri iscritti. Abbiamo fatto confluire tutti i ragazzi e le loro famiglie presso l’istituto Alberti. Lì abbiamo cercato di divertirci e creare un confronto tra bambini e genitori attraverso dei giochi che hanno coinvolto l’intera famiglia. Piccole sfide volte a migliorare l’esperienza e rafforzare la nostra identità”.

Nell’immediato ci sono eventi in cantiere?
“Abbiamo almeno un paio di progetti pronti, da sviluppare tra la primavera e l’estate. Posso dire che nell’immediato stiamo programmando tutta l’attività della società per step. Per i prossimi mesi abbiamo diverse idee, abbiamo strutturato dei progetti che sveleremo con l’inizio della primavera”.

La full immersion nell’attività della Smile Basket School 2.0 ti ha costretto a lasciare il basket giocato: 
“Sì, ho rescisso con il Basket Lucera. L’ho fatto a malincuore a dicembre proprio per far fronte alla crescita della Smile Basket School. Occorreva che mi dedicassi a tempo pieno al progetto e non potevo sottrarmi proprio perché credo fortemente che il futuro sia tutto dei giovani. Sono contento e soddisfatto dei risultati ottenuti finora, soprattutto perché sto lavorando esattamente come credevo. Ho la fortuna di essere accompagnato in questa avventura da persone di cui mi fido e che condividono con me in pieno le idee sulla crescita di una società come la nostra. Le cito perché è giusto che siano ringraziate pubblicamente. Mi riferisco all’avvocato Eleonora Reale, che si occupa della parte amministrativa e burocratica della società; l’amico Carlo Collarile che mi accompagna nelle idee e nella progettualità; il presidente Gianluca Rubbo, i professori Fulvio Iarriccio e Benedetta Pascucci, istruttori affiancati quotidianamente da Ilenia Iebba, mia collaboratrice storica, e da una piacevole new entry come Irma Discepolo”.