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Bucciano (Bn) –  Resta avvolto nel mistero l’episodio dei colpi di pistola sparati nella notte tra lunedì e martedì scorso nei pressi del bar Happy Days di  via Provinciale 56 a Bucciano. L’episodio è accaduto verso l’una di notte, quando il titolare del bar, ha sentito chiaramente quattro colpi da sparo esplosi prima contro il locale e poi in alto verso una vetrata della struttura. In apparenza dunque potrebbe sembrare un avvertimento intimidatorio nei confronti dei proprietari del bar e gli inquirenti ora stanno setacciando tutte le piste.

C’è preoccupazione in Valle Caudina per questi atti di violenza. Un agguato in piena regola e ora, in paese, molti hanno paura che possa succedere ancora, visto che non è la prima volta. Gli ultimi clienti, tutti giovani, erano rimasti fino all’una a chiacchierare, come succede di solito. All’improvviso gli spari. Un testimone riprende la scena con il suo cellulare.  Il proprietario si getta a terra, cerca riparo dietro ad un muro, resta nascosto lì per qualche interminabile secondo. Poi, finiti i colpi, corre fuori ma non c’è più nessuno. Neppure il rumore di una sgommata. Le luci del paese si accendono per un attimo, qualche vicino esce sul balcone, poi tutto si spegne.  “Poteva succedere il peggio – si è limitato a dire ieri il titolare, ancora sotto choc – quando sono uscito non c’era più nessuno. Ho subito chiamato i Carabinieri. Non è la prima volta che subiamo questi raid, l’ultima volta era accaduto durante i fuochi d’artificio della festa di Luzzano. Chi spara lo fa dall’alto, visto che non ci sono telecamere. Sono professionisti che hanno studiato la zona. Tutte le volte i clienti sono stati ascoltati e hanno fanno le dichiarazioni dell’accaduto”.

Il titolare ha postato anche un messaggio sul proprio profilo di Facebook: “Abbiamo denunciato più volte l’accaduto e appena ieri mattina siamo stati nuovamente in caserma. Speriamo che questa storia finisca al più presto e senza gravi conseguenze. La situazione sta scappando di mano a tutti e la giustizia sembra avere una lentezza enorme. Tuttavia abbiamo fiducia nella persona del comandate dei carabinieri D’Onofrio, ma gli lanciato questo appello ( sbrigatevi o sarà troppo tardi ). Noi più che fornire indizi validi non possiamo fare. Grazie, Giuseppe Fortunato”.

Difficile ipotizzare il racket: si pensa di più ad un’intimidazione. Per ricostruire i vari tasselli potrebbero anche essere utili le telecamere. Sul fatto indagano i carabinieri della compagnia di Montesarchio insieme a quelli della Stazione di Airola, che stanno effettuando i rilievi del caso e ad aiutare la loro attività.