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Non è più procrastinabile l’ausilio dei militari per il controllo dello Stir e della Fungaia di Casalduni“. Così come il suo collega Pasquale Maglione (leggi qui), anche Sabrina Ricciardi, altra parlamentare grillina, torna a chiedere a gran voce l’invio dell’esercito per presidiare lo Stir di Casalduni.

Dichiara la senatrice beneventana: “Il fenomeno degli incendi dolosi non si arresta e ritengo giusto agire con fermezza e stabilire un presidio fisso a tutela dei siti e di conseguenza della salute di migliaia di cittadini del comprensorio. Un fenomeno allarmante che bisogna interrompere elevando il livello di attenzione e predisponendo misure solide per neutralizzarlo. Il Ministro dell’Ambiente Costa, interessato della questione dal M5S aveva già paventato tale possibilità e suggerito di muoversi in questa direzione. Chiederò un incontro al Prefetto per garantire, insieme al deputato Pasquale Maglione che per primo ha paventato la possibilità di richiedere l’invio dell’esercito e al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, tutto il supporto possibile in questa vicenda. Andrà investito della questione il Ministero della Difesa, sollecitando una risposta positiva in tempi brevi non appena sarà formalizzata la richiesta ufficiale, anche se credo ci sia bisogno anche di un coordinamento con il Ministero dell’Interno. Questa faccenda riapre tuttavia un dibattito che, ancora oggi, si fa fatica a sviluppare del tutto ed è quello relativo alle modalità attraverso le quali le organizzazioni mafiose si manifestano all’interno del territorio. Le “ecomafie” sono una piaga collettiva che non riguarda più solo il sud ma si sono ramificate anche nel centro e nel nord Italia. Il fenomeno degli incendi di discariche o di impianti di smaltimento dei rifiuti, va assolutamente arginato prima che dilaghi ulteriormente. Nel linguaggio mafioso il fuoco è di fondamentale importanza: arma di ricatto e intimidazione, ma anche mezzo attraverso il quale cancellare tracce scomode. “Bruciare è la bonifica criminale per eccellenza” si dice, ed è vero. Se sarà necessario usare l’esercito per prevenire e scongiurare tutto questo, allora ben venga. Ricordo a me stessa che quando in una provincia si crea un ciclo virtuoso dei rifiuti, con la separazione della differenziata e il riuso, il riciclo, anche grazie ad aziende private con un alto livello di tecnologia, la movimentazione dei rifiuti infraregionale, che crea un grosso giro di soldi, viene molto disturbata. Guarda caso, gli incendi si sviluppano soprattutto in quelle province dove le performance della differenziata sono in crescita”.