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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Flaica Cub di Benevento, a firma di Marcelo Amendola (segretario nazionale) e Piero Mancini (delegato provinciale) in merito all’incontro tra i dipendenti dello Stir di Casalduni e il presidente della Provincia, Antonio Di Maria.

Questo sindacato esprime solidarietà e vicinanza ai dipendenti dello Stir di Casaduni che continuano a lottare per il diritto a essere pagati. Dieci mesi senza soldi è una condizione disumana. Disumana sofferenza che apre la porta alla disperazione di tante famiglie.Tre anni di ciniche bugie e di prese per i fondelli per i dipendenti dello Stir. Una vergogna! Anche l’incontro con il presidente della Provincia, Di Maria, ha seguito lo stesso stantio copione: parole, parole, parole. Un fiume di parole e vuote promesse, inutili per mettere il piatto in tavola.                            

Di Maria ha promesso di chiedere “all’Organismo di Liquidazione di dare priorità, rispetto a qualsivoglia altra esigenza, alla destinazione delle risorse finanziarie eventualmente disponibili al pagamento del dovuto ai lavoratori”. Eventualmente, avverbio di  dubbio. Perché Di Maria sa molto bene, non ha alcun dubbio, che le casse della Samte sono sicuramente vuote. Sono vuote perché i Comuni morosi sono restati tali.Si augura ai lavoratori di percepire tutti gli stipendi arretrati, la piccola e insignificante cifra di cinquemila euro per 10 mesi di lavoro, anche se, purtroppo, è più realistico credere che ciò non avverrà, se non per la solita simbolica miseria. Come è già avvenuto in passato. La stessa tattica, vuote promesse, utilizzata, per undici anni, con gli ex dipendenti dei Consorzi Bn1, Bn2 e Bn3. Bisogna, finalmente, affermare che la vertenza è unica. La lotta deve essere unitaria perché le due vertenze finiranno insieme, dopo l’approvazione del Piano d’Ambito, da parte dell’Ato rifiuti Benevento. Forse con esito non del tutto positivo per alcuni dipendenti dei Consorzi.  Tutti i lavoratori del settore ambiente sono sulla stessa barca, anche se i dipendenti dello Stir hanno un contratto metalmeccanico. Come se dallo Stir uscivano automobili e non rifiuti trattati.                                                                    

I sindaci guidano, con estrema durezza, la barca in modo da tutelare solo i loro interessi, mentre ai lavoratori tocca remare senza nemmeno sapere dove la barca si dirige. I sindaci gestiscono l’Ato. E’ sindaco il presidente Iacovella. Sono sindaci tutti i membri del Cda. Sindaco è anche il presidente della Provincia, Di Maria. Sono sindaci gli assessori e tutti i consiglieri provinciali. Ciò rende fortissimo il partito unitario dei sindaci, di tutti gli schieramenti politici, che decidono tutto. In tutta la provincia. Anche lo stallo dell’Ato rifiuti Benevento. E’ l’Ato che decide, tramite il Piano, anche il futuro utilizzo dello Stir e dei dipendenti.                                                                                             

Quindi, la reale controparte dei dipendenti dello Stir sono i sindaci morosi e l’Ato rifiuti che non ha redatto e approvato il Piano d’Ambito, come previsto dalla Legge regionale n° 14, del 26 maggio 2016.Se l’Ato entra in piena attività i sindaci perdono la gestione diretta della raccolta dei rifiuti nel proprio comune. Perdono la gestione della gallina dalle uova d’oro. Con le conseguenze che anche i dipendenti dello Stir conoscono molto bene. Questa è la verità! Intanto passano i giorni, le settimane, i mesi e perfino gli anni e le condizioni economiche delle famiglie dei lavoratori diventano sempre più drammatiche.

Mentre gli agiati e sereni rappresentanti delle Istituzioni, tutti sindaci, negli incontri con i lavoratori, come sempre, fanno solo vuote e inconsistenti promesse. Solo il prefetto Torlontano ha preso una giusta iniziativa. Lo scorso 19 maggio, dopo l’incontro con il nostro sindacato, ha dato seguito alla nostra richiesta di intervenire autorevolmente nella vertenza.                                

Ha chiesto al presidente dell’Ato non solo ”Di fornire aggiornate notizie relativamente alla redazione ed approvazione del Piano d’Ambito“, ma ha anche richiamato “l’attenzione sulle competenze attribuite a codesto ATO dalle disposizioni dettate in materia dalla Legge regionale  26/05/2016, n.14”. 

Il prefetto è intervenuto utilizzando tutto il suo restante poco potere. Di ciò lo abbiamo ringraziato. Purtroppo, siamo sicuri che non basterà per far superare il voluto stallo dell’Ato che, pervicacemente, è stato deciso dai sindaci. Come denunciato pubblicamente anche dall’onesto sindaco di Apollosa, Mariano Corda che, il 19 dicembre 2020, ha pubblicamente dichiarato:” Se l’Ato non funziona e soprattutto perché i sindaci non vogliono che funzioni”.                                          

Questa è la tragica realtà. Non resta, a tutti i lavoratori coinvolti, che continuare a lottare con ancora più forza e determinazione per il diritto al lavoro. Questo sindacato è molto vicino ai lavoratori in lotta. Li sostiene moralmente e darà tutto il suo apporto organizzativo qualora i lavoratori ne sentano la necessità e ne facciano richiesta”.