- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Benevento – Musealizzare una parte del Teatro Romano di Benevento. E’ questo l’obiettivo dei lavori di restauro che inizieranno martedì e che interesseranno almeno una parte della Chiesa Santa Maria della Verità il cui ingresso si affaccia sulla stessa strada dei due ingressi del Teatro. Nella circostanza sarà riportata alla luce quasi completamente la cavea della stessa, al fine di poter rintracciare il percorso originario dell’insigne monumento di epoca romana. E’ questo l’annuncio dato stamani da Ferdinando Creta, Direttore del Teatro Romano di Benevento durante l’inziativa dedicata ai bambini e al Carnevale.

I lavori, da tempo interrotti, riprenderanno dunque a breve e consentiranno di superare almeno quell’aspetto di abbandono e di degrado che si configura nella parte del Teatro alla sinistra di chi guarda il proscenio. Creta ha anche annunciato che una apposita guida consentirà al visitatore di approcciare un percorso virtuale proprio nella sezione del Teatro che è scomparsa per far posto alla Chiesa. I tempi del restauro dovrebbero essere limitati a pochi mesi. “Tutto questo ovviamente non significa che la Chiesa verrà abbattuta”, ha precisato il Direttore per replicare a qualche malevola insinuazione del passato. Una passerella sarà realizzata per consentire al visitatore di avere una percezione di insieme del monumento, così come era in origine: sarà appunto musealizzata quella parte che oggi è invisibile, consentendo di approcciare sia pure virtualmente la grandiosità dell’opera. Non saranno dunque recuperati tutti gli spazi originari, così come qualcuno aveva ipotizzato e come si era dibattuto tra archeologi e storici. Creta ha dichiarato che l’obiettivo che intende perseguire è “che il Teatro si racconti e che il Teatro torni a vivere”. In parole povere significa che grazie all’ausilio dei pannelli si avrà la percezione chiara del monumento originale, ma si avrà anche la possibilità di percepire quella che era la funzione originaria dell’opera, dove gli spettatori passavano intere giornate e non solo un paio d’ore come accade oggi.