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Nuovo sviluppo giudiziario nel procedimento per il tentato omicidio di Annarita Taddeo, la 34enne di Benevento che l’11 novembre 2023 fu ferita alla fronte da un colpo di pistola ma riuscì a salvarsi. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento, Roberto Nuzzo, ha dichiarato la perdita di efficacia della misura cautelare in carcere limitatamente a uno dei reati contestati nei confronti di Salvatore Giangregorio, 38 anni, e Alessia Petrucciani, 44 anni, entrambi coinvolti nell’inchiesta che li vede indagati per concorso nel tentato omicidio, nella rapina e nella detenzione di un’arma clandestina. I due sono difesi dagli avvocati Fabio Ficedolo e Claudio Fusco.

Secondo il provvedimento emesso oggi, martedì 21 ottobre 2025, la custodia cautelare decade per la detenzione dell’arma e il giudice ha disposto la liberazione formale per questo specifico capo d’imputazione. Nel decreto firmato dal giudice Nuzzo si specifica che la custodia cautelare resta efficace per i reati più gravi, mentre la revoca riguarda solo il titolo di reato minore relativo alla detenzione dell’arma. In sostanza, le accuse principali continuano a giustificare la permanenza della misura detentiva. 

La decisione del gip arriva a tre mesi dal blitz della Squadra Mobile, che il 23 luglio scorso aveva portato all’arresto di Giangregorio, Petrucciani e Matteo Ventura, 30 anni di Ceppaloni, già detenuto per altra causa, accusati di aver eseguito e favorito la spedizione punitiva ai danni di Annarita Taddeo. Per Ventura, difeso dall’avvocato Marianna Febbraio, tuttavia, il Tribunale del Riesame aveva già annullato l’ordinanza di custodia cautelare per insussistenza della gravità indiziaria, determinandone la scarcerazione. Il trentenne è oggi libero.

Le indagini, coordinate dal pm Licia Fabrizi e dal procuratore Gianfranco Scarfò, hanno ricostruito che l’agguato sarebbe stato ordinato da Nicola Fallarino, 41 anni, ex compagno della vittima, già condannato a dieci anni di reclusione come mandante e successivamente diventato collaboratore di giustizia. Fallarino avrebbe deciso di colpire la donna perché non accettava la fine della loro relazione e la nuova vita sentimentale della Taddeo. Gli inquirenti individuarono Giangregorio come esecutore materiale dell’agguato e Petrucciani e Matteo Ventura come fornitori di supporto logistico.