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C’è un pezzo d’Italia che in questi ultimi giorni, anche in queste ore, sta lottando con le unghie e con i denti per restare a galla. E non è solo un eufemismo ma è la dura realtà di quella fetta di Emilia Romagna che si adagia tra la pendice dell’Appennino Romagnolo e la pianura verso il Mar Adriatico. Quell’area sta annaspando sommersa dalle acque piovute incessantemente e in quantità abnorme in queste ultime due settimane. Una perturbazione che sta provocando quel disastro che ha spezzato vite umane (13 sino ad ora) e distrutto il lavoro di una vita di tante, troppe persone.

Ci sono sanniti che per lavoro o per scelte di vita vivono attualmente in quelle zone e che stanno soffrendo le attuali emergenze. Tra loro c’è Vincenzo De Lauro, nel capoluogo per chi si aggira intorno agli ‘anta’ meglio noto con l’appellativo di ‘Terremoto’, il nomignolo attribuitogli quando era uno dei leader del tifo organizzato del Benevento a cavallo tra le fine degli anni 80′ e la metà dei 90′.
Vincenzo vivendo a Cervia con la moglie Giovanna e la figlia Noemi 15enne è un romagnolo adottivo, pur senza aver mai dimenticato o abiurato le origini beneventane e sannite.

“Sono ormai 30 anni che lavoro e risiedo in zona – ha sottolineato Terremotoho questa terra e la sua popolazione nel cuore per avermi aperto le porte e poi accolto con un grande calore. Mi sono sempre sentito a mio agio qui e mai nessuno mi ha fatto sentire di troppo”. Il dolore per quanto sta accadendo, quindi è doppio. “Sto vivendo scene da film. E’ un susseguirsi di distruzione. Vedo aziende grandi e piccole devastate dalla furia dell’acqua. Vedo famiglie in difficoltà per aver perso tutti i propri averi ma soprattutto la tranquillità. Anche io con la mia famiglia viviamo in una villetta di due piani con grande apprensione ma con la speranza di non venirci a trovare in difficoltà. Ci hanno rassicurato dicendoci che potrebbe esser sufficiente sistemarsi al secondo piano. Però stiamo sempre attenti alle acque intorno a noi. A poche centinaia di metri da casa c’è una zona completamente allagata. Più in generale a Cervia il lato nord verso Milano Marittima è inondato così come la zona delle Saline in direzione Forlì, altra zona completamente devastata dall’acqua”.

Il dolore è grande anche per la popolazione che ha sofferto. “Voglio sottolineare alcuni aspetti, in primis che tutti si stanno mettendo a disposizione per aiutare chi sta soffrendo conseguenze maggiori. A Cervia gli albergatori hanno aperto le porte agli sfollati. In generale stiamo dando tutti una mano per quel che possiamo, seguendo le direttive della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e dei gruppi di volontari. Questa è una popolazione forte che farà di tutto per rialzarsi”.

Ma non si può parlare con Vicenzo De Lauro senza fare riferimento al Benevento che segue maniacalmente e di cui conosce ogni risvolto come se vivesse a ridosso dello stadio ‘Vigorito’ e non a 600 chilometri di distanza.  “Siamo tornati da dove siamo venuti e dove siamo sempre stati – ha rimarcato con dispiacere l’ex capo tifoso giallorosso – ma non dobbiamo vivere la situazione come un disastro ma con l’orgoglio che ha sempre contraddistinto il nostro tifo quando le categorie recentemente frequentate le sognavamo soltanto. Ci farà bene un bagno di umiltà, ma senza dimenticare di stare vicino al patron che ha bisogno del nostro supporto e che saprà far tesoro degli errori che pur ha commesso nella sua gestione. Ma come si fa a non sbagliare? Sbagliamo tutti, l’importante è saperlo riconoscere e ripartire. Il Benevento e i beneventani si piegano ma non si spezzano”.

Anche quando, come Vincenzo De Lauro, vivono in zone alluvionate come in queste ore in Emilia Romagna.