- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Benevento –  Il Tetracloroetilene nella falda utilizzata per fornire acqua ai rioni Libertà, Ferrovia e Centro storico, raggiunge quota 5,0 microgrammi/litro e quindi supera di quasi cinque volte la soglia di contaminazione”.

Questo l’incipit della nota stampa inviata dall’associazione Altrabenevento che annuncia un nuovo esposto alla Procura della Repubblica.

Scrive Altrabenevento: “La società ARTEA, incaricata dal Comune di Benevento di effettuare nuovi controlli sulla qualità dell’acqua della falda di Benevento ha comunicato di aver trovato 5 microgrammi di TETRACLOROETILENE per ogni litro di acqua nei pozzi scavati di recente poco lontano da quelli di Pezzapiana e Campo Mazzoni. Si tratta di un dato preoccupante considerato che per le acque profonde la SOGLIA di CONTAMINAZIONE è fissata in 1,1 microgrammi/litro. L’ARTEA srl precisa che non si tratta di inquinamento localizzato negli strati superficiali del terreno perché il tetracloroetilene è presente soprattutto nelle acque più profonde. È la stessa falda dove pescano 23 pozzi privati (compresi quelli di tre industrie alimentari) e i pozzi del Comune di Benevento utilizzati dalla GESESA per fornire acqua agli abitanti della parte bassa della città. Come ripetiamo da oramai sette mesi, la concentrazione di Tetracloroetilene continua a salire e quindi i pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni vanno chiusi immediatamente. A nulla vale la precisazione di Gesesa che considera solo il limite di potabilità di 10 microgrammi/litro, perché le acque profonde CONTAMINATE non si possono comunque utilizzare.  La Regione Campania da diversi mesi ha aumentato di circa 60 litri al secondo la fornitura idrica dal Biferno (finora riservata agli abitanti della parte della città) per alimentare anche altre zone della città, ma GESESA non vuole spiegare che uso sta facendo della preziosa risorsa che è già sufficiente per sostituire l’acqua di almeno uno dei tre pozzi contaminati che forniscono i quartieri Libertà, Ferrovia e Centro Storico.

Conclude l’associazione: “Annunciamo un nuovo esposto alla Procura della Repubblica per chiedere il sequestro dei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni e contestualmente invochiamo di nuovo un intervento del Prefetto affinchè ACEA-GESESA, abituata a grandi campagne di propaganda, si decida a spiegare ai cittadini-contribuenti dove finisce la maggiore fornitura di acqua buona del Biferno.”