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Benevento – Una conversazione a cuore aperto, aneddoti, videoclip, storie di cinema, di vita e di cucina. L’attore e regista Ricky Tognazzi, nell’ambito della prima serata del Festival BCT Benevento Cinema e Televisione, nello scenario di Piazza Matteotti, ha ripercorso la vita artistica e privata di un indimenticabile mito del cinema italiano: il padre Ugo Tognazzi.

Dagli esordi nel piccolo teatro di Cremona fino alla meritata Palma d’Oro a Cannes come miglior attore nel film: “La tragedia di un uomo ridicolo” di Bernardo Bertolucci. Dall’incontro con Raimondo Vianello, con cui Ugo fece coppia per 20 anni, fino ai film surrealisti e ai capolavori della commedia italiana come “I Mostri”, “Amici miei”, “Vogliamo i colonnelli”.

E poi l’Ugo Tognazzi privato amante della cucina e delle belle donne. “Mio padre e Raimondo hanno inventato il varietà. La loro amicizia non si è interrotta nemmeno dopo la sofferta separazione che lui volle per poter seguire una strada cinematografica e artistica differente, fatta di interpretazioni non solo comiche ma anche drammatiche”.

Sulla passione per la cucina Ricky Tognazzi ha raccontato: “Ogni sabato invitava 12 amici “apostoli” a casa per assaggiare ciò che preparava e votare, a fine pasto, i suoi piatti. Era una passione viva che sostituì il teatro. Scrisse anche quattro divertentissimi libri di cucina”.

E ancora, l’amicizia e la stima con il collega e rivale Vittorio Gassman, l’amore per il calcio e il suo Milan, la depressione nell’ultima fase della vita, le mogli e i quattro figli a cui ha trasmesso la passione per il mondo dello spettacolo: “Papà mi portava con sé sul set così potevamo stare un po’ insieme. Ho avuto un padre cowboy, travestito da donna, borghese, fascista, scioccante, simpatico, irriverente. Sul set era l’unica occasione per stare insieme e chiaramente vivendo fin da piccolo il cinema, il mio destino era già segnato: dovevo fare dei film”.

Un capitolo, quello del Ricky Tognazzi regista, che prosegue soprattutto in televisione: “Il mio esordio da regista con il film “Piccoli equivoci”  andò bene. Piacque anche a papà che prima di vederlo mi confessò di essere terrorizzato. Aveva paura che potesse essere un brutto film e non avrebbe saputo dirmelo. Purtroppo morì poco prima di riuscire a vedere un altro mio film che è diventato un cult: Ultrà. Ora per la TV uscirà un serie di quattro puntate con Sabrina Ferilli, su un caso giudiziario e poi l’HBO americana mi ha chiamato, riempiendomi d’orgoglio, per girare una serie sulla figura di Falcone e Borsellino e sono pieno d’orgoglio per questo. Avrò la possibilità di raccontare la vita di due grandi eroi italiani. Come attore invece – racconta – ricordo con simpatia il film “I Pompieri” di Neri Parenti. All’epoca cercavo di fare cose impegnate e mi vergognavo un po’ a parlare di questo film che poi però è diventato un cult per una generazione intera”.

Una vita, dunque, immerso nel cinema e nella televisione: “Con mia moglie Simona, che scrive tutte le sceneggiature ed è pilastro della mia vita, dedichiamo tutto allo spettacolo. A Sabaudia abbiamo creato un festival sulla commedia italiana di cui andiamo molto fieri. E’ bello quasi quanto il BCT di Benevento”.

Ricky Tognazzi conclude poi la sua conversazione con il pubblico benentano con un consiglio: “Se volete davvero capire chi fosse mio padre, vi esorto a vedere un film girato da mia sorella Maria Sole: ‘Il ritratto di mio padre’. E’ una pellicola intima che racconta un uomo, un’artista e un padre a 360 gradi”.

Questo il resoconto di una piacevole serata al BCT con supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra, anzi a sinistra come se fosse Antani.