Riflettori accesi di Eugenio Maffei, Consigliere Comunale di opposizione del gruppo “Torrecuso è” sui proventi dell’autovelox installato sulla statale Telesina 372 nel territorio di Torrecuso. “Nel Consiglio Comunale del 23 maggio 2025 – racconta Maffei – è stato approvato il Rendiconto della gestione per l’anno 2024. Un documento importante, perché dovrebbe rappresentare in modo fedele e trasparente l’attività economico-finanziaria dell’Ente. E invece, proprio su un punto centrale, i proventi da sanzioni autovelox, si è aperto un caso che, ad oggi, resta senza alcuna risposta ufficiale da parte del Sindaco. Durante quella seduta, ho evidenziato una grave discrepanza tra quanto riportato nel rendiconto dell’ente – dove si dichiaravano proventi da autovelox pari a circa 450.000 euro – e quanto risultava pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno, dove per la stessa annualità 2024 si attestavano soltanto € 156.550,59. Un disallineamento di quasi 300.000 euro, che solleva legittimi dubbi sulla correttezza della rendicontazione trasmessa e poi riportata nel bilancio. Non ricevendo chiarimenti in aula, – continua Eugenio Maffei – il 28 maggio 2025 ho protocollato un’interrogazione formale a risposta scritta, rivolta direttamente al Sindaco, ai sensi del Regolamento del Consiglio Comunale. Ho posto cinque domande chiare e documentate, tra cui: se il Comune ha effettivamente dichiarato solo una parte dei proventi incassati; le ragioni tecnico-contabili alla base di tale scelta; se tale condotta sia conforme alla normativa sulla trasparenza ed infine l’importo totale delle sanzioni emesse e riscosse nel 2024. A distanza di oltre due mesi, – dichiara Maffei – non è pervenuta alcuna risposta: né per iscritto, né per le vie brevi, né tantomeno un intervento pubblico del Sindaco in sede consiliare. Un silenzio istituzionale che considero gravissimo, soprattutto perché riguarda risorse pubbliche e un tema, quello della sicurezza stradale, che tocca direttamente i cittadini. Incredibilmente, invece di fornire i chiarimenti richiesti, il Sindaco ha pubblicamente lamentato che le mie richieste ‘intasano gli uffici’. Un ribaltamento pericoloso della realtà: non è l’esercizio del controllo democratico a ostacolare la macchina comunale, ma semmai la mancanza di trasparenza a minare la fiducia della comunità”.
Il consigliere Maffei rincara la dose e ricorda che “anche il Revisore dei Conti, organo terzo e indipendente, nella sua relazione ha raccomandato al Comune il rispetto della normativa in materia di trasparenza amministrativa. Ad oggi, però, pare che le uniche voci a chiedere conto siano proprio quelle del Revisore e del sottoscritto. Nel frattempo, dopo le mie segnalazioni, è comparsa una nuova dichiarazione trasmessa al Ministero dell’Interno, che porta l’importo aggiornato dei proventi da autovelox a 452.202,89 euro, suddivisi tra spese di manutenzione stradale, notifiche, contenziosi e riscossione. Su questo punto, desidero ringraziare gli uffici comunali per la prontezza con cui hanno provveduto a correggere i dati sul portale ministeriale. Una rettifica possibile perché i termini di trasmissione non erano ancora scaduti e, soprattutto, perché le mie osservazioni hanno permesso di rilevare per tempo l’incongruenza. Resta tuttavia il fatto che nessuna spiegazione ufficiale è stata fornita sull’errore iniziale, né è stata ammessa pubblicamente la necessità dell’intervento correttivo. Tutto ciò dimostra una verità semplice e scomoda: oggi a Torrecuso il problema non è chi fa domande, ma chi non dà risposte”. Da qui le conclusioni di Eugenio Maffei: “Come consigliere comunale, ritengo che il rispetto del diritto di controllo e l’accesso alle informazioni non siano facoltà opzionali, ma fondamenti dello Stato di diritto locale. Se un Sindaco considera ‘fastidiosa’ la trasparenza, allora il problema non è chi interroga, ma chi dovrebbe rispondere. Non smetterò di chiedere chiarimenti su questo tema finché la cittadinanza non riceverà informazioni complete, ufficiali e documentate sull’utilizzo di centinaia di migliaia di euro di risorse pubbliche. E continuerò a farlo con responsabilità, – conclude Maffei – perché è nell’interesse di tutti”.