- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Trenta punti in due, quindici a testa. Benevento e Palermo si presenteranno al match di domenica appaiate ai margini della zona play out, non certo la situazione che le due dirigenze si prospettavano in estate. L’avvento nel capoluogo siciliano del City Football Group aveva ulteriormente avvalorato le aspettative della piazza rosanero, già inebriata dalla promozione in serie B della scorsa stagione, ma ora il momento non è dei migliori.

“L’aria che tira a Palermo è la stessa da inizio stagione, la squadra procede ad alti e bassi alternando partite giocate bene a prestazioni insoddisfacenti – dice il giornalista Valerio Tripi, firma del quotidiano online calciorosanero.it La società ha parlato fin da subito di campionato di assestamento, ma tutto questo sulla squadra potrebbe avere avuto un un effetto negativo. Il rischio è quello di cullarsi”.
La media punti di Eugenio Corini è di 1.07 a partita. La panchina è da considerare a rischio?
“No, l’allenatore non è assolutamente in bilico. Uno dei primi discorsi fatti dalla nuova società è stato proprio sul cambio di allenatore. ‘Siete abituati a cambiarne tanti’, dissero facendo riferimento all’era Zamparini e precisando che i tifosi si sarebbero trovati davanti a un modus operandi completamente diverso. Corini è stato scelto per la predisposizione a imbastire un progetto durevole. La sensazione è che la sua posizione sia ancora solida, indipendentemente dai risultati”.
Nelle ultime due partite sono arrivati due ko pesanti, cosa non ha funzionato?
“Va detto che la sfortuna ci ha messo del suo, non solo sui dubbi legati agli episodi Var ma anche alle circostanze di gioco. Penso all’errore da due passi di Brunori dopo il rigore parato o alle tante occasioni fallite anche a Cosenza. A inizio stagione, il Palermo ha preso davvero troppi legni. In un campionato così rischi di pagare un dazio troppo alto”. 
La strada intrapresa è quella del 4-3-3, pregi e difetti degli schemi di Corini?
“Il Palermo in realtà gioca con un modulo ibrido. Se attuato bene il Palermo diventa una squadra davvero pericolosa per chiunque. Si parte da un 4-3-3 ma uno dei due terzini si alza sempre. Corini non ama dare punti di riferimento, ma contro il 3-5-2 del Venezia le difficoltà di interpretazione sono state tante e l’assetto è andato in sofferenza”. 

Da questo punto di vista pesa l’assenza dell’ex giallorosso Elia?
“Il suo grave infortunio ha sicuramente inciso, privando Corini di un elemento duttile, nonché bravo in entrambe le fasi. Il terzino ideale per la sua idea di calcio, anche se Valente è reduce da un’ottima stagione in serie C, ma ha bisogno di fiducia e di maturare esperienza. E’ dotato di altrettanta fisicità pur non avendo la gamba di Elia”.
A centrocampo ci si aspetta tanto da Segre, come va valutato il suo avvio di stagione?
“E’ un calciatore che spacca un po’ la tifoseria, alcuni sostenitori rosanero si aspettano qualcosa in più da lui. Io dico che ha tanto senso tattico e in ogni caso non è mai carente in applicazione da mezzala sinistra nel centrocampo a tre. Per certi aspetti ricorda Nocerino, per citare un ex bravissimo negli inserimenti”. 
Un uomo chiave per lo scontro diretto del Vigorito?
“Dico sempre Brunori, il capitano. E’ entrato nel 70% dei gol del Palermo, che è una squadra che non ha segnato molto. I due errori recenti dal dischetto pesano, ma vuole spaccare il mondo e gli gioverebbe giocare a mente libera. Forse è stata proprio questa mancanza, paradossalmente, ad aver generato i recenti errori”. 
Capitolo Var, nell’ultimo turno ha premiato il Benevento e penalizzato il Palermo. 
“E’ uno strumento nato per evitare decisioni errate, ma le polemiche ci saranno sempre. Non credo che i recenti episodi influiranno sulla sfida, anche perché non si può preparare una partita così importante pensando a quanto possa essere decisa dalla tecnologia”.