Benevento – “La politica è insensibile, ma anche la società civile non esprime impegno”. E’ questa l’amara riflessione di Antonio Iavarone, nei confronti dei suoi concittadini e dei politici che li rappresentano nelle Istituzioni democratiche, tutti rei, sebbene con diversi gradi di responsabilità, del fallimento di un progetto di alto profilo scientifico finalizzato alla istituzione nel Sannio di un Polo di ricerca sui tumori.
Il luminare beneventano, da anni ricercatore presso l’Institute for Cancer Genetics, Columbia University (Usa), uno dei tanti “cervelli in fuga” dall’Italia, ha svolto queste considerazioni stamani nella Sala Riunioni del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università del Sannio, in via De Sanctis, nel corso di un seminario per i ricercatori del gruppo di bioinformatica dell’ateneo sannita. Iavarone, che da anni, è impegnato nella ricerca sui tumori che aggrediscono proprio il cervello, si riferiva al progettato Mediterranean Institute of Biotechnology, che fu ipotizzato agli inizi del Millennio dal Presidente della provincia Nardone e dal Sottosegretario Viespoli: quel programma non è mai andato in porto per una serie di difficoltà di natura finanziaria, ma anche e soprattutto perché, come ha sostenuto Iavarone, la politica, la burocrazia e l’apatia della gente ci hanno messo numerosi bastoni tra le ruote. Del resto, ha sottolineato Iavarone, il nostro Paese quasi sembra disdegnare la ricerca scientifica e quasi si rifiuta di investire risorse finanziarie ed umane nella ricerca a differenza di quanto avviene negli altri Paesi avanzati della stessa Unione Europea.
La storia della sua vita e della sua “fuga” all’estero non sono eventi rari, costituendo anzi la regola: Iavarone, come tanti altri ricercatori italiani, è alla guida di un team di studiosi all’estero. E alla Columbia University Iavarone ha potuto ottenere con le sue ricerche passi in avanti nella lotta al cancro ed in particolare al glioblastoma. Il ricercatore ha sottolineato: “La terapia personalizzata si basa su un’analisi approfondita dei tumori che in Italia manca perchè mancano le strutture adeguate, i clinici, la ricerca. Manca in Italia e, in particolare nel Meridione. Ho provato con grande impegno – rincara la dose -, a creare un grande centro nel Sud Italia ma l’indifferenza sistematica delle istituzioni e poi della comunità ha fatto sì che il progetto naufragasse nel nulla”.