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Sant’Agata de Goti (Bn) – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa della Uil Conferale e Uil Fpl Bn su Centro Medico Erre.

“Ormai siamo arrivati alla vigilia della tanto attesa udienza del Tribunale Fallimentare che il 20 giugno dovrà pronunciarsi sul prosieguo del Concordato del Centro Medico Erre di Sant’Agata de’ Goti. Concordato che appare a rischio, è opportuno ricordarlo, a causa del parere negativo espresso dall’Agenzia delle Entrate, principale creditore della clinica saticulana. Con l’approssimarsi della decisione, si sono registrate diverse prese di posizione da parte di soggetti istituzionali e imprenditoriali impegnati sul territorio sannita. Alcune sicuramente da definire positive e volte a dare una risposta concreta alla problematica. Altre, invece, a nostro parere sono assolutamente da stigmatizzare e sembrano dettate più da una logica di puro opportunismo, che dalla volontà di affrontare la questione della paventata chiusura del CMR. In particolare, va registrata la disponibilità emersa a mezzo stampa, di diverse strutture territoriali a prendersi carico di circa 300 bambini che si stanno riabilitando presso il Centro Medico Erre a causa di importanti problemi di salute.

Anche la nostra Organizzazione Sindacale in un recente comunicato ha posto l’attenzione sul dramma che vivrebbero questi piccoli pazienti nel caso della chiusura del CMR. A nostro avviso, però, parlare solo di essi tralasciando tutti gli altri aspetti negativi che deriverebbero da detta chiusura in termini occupazionali e di prestazioni sanitarie, appare fuori luogo, strumentale e supportato da una logica, come detto, di opportunismo. Quindi prendiamo le distanze da questo atteggiamento. L’obiettivo può essere solo quello di salvare il Centro Medico Erre. Non di spartirsi gli eventuali resti. D’altro canto, abbiamo registrato anche delle iniziative positive come quella dell’incontro collettivo presso l’Unione Industriali o l’interessamento da parte del Prefetto Antonio Cappetta. Anche essi, come la Uil Fpl, pensano che la soluzione sia quella di evitare il fallimento del noscomio santagatese, con i relativi licenziamenti e il conseguente calo dell’offerta sanitaria territoriale.

Una chiusura sarebbe una vera bomba sociale con circa 150 famiglie (300 considerando anche i collaboratori esterni) che perderebbero la loro fonte di sostentamento. Non resta da sperare che il Giudice possa trovare una soluzione per evitare che il CMR chiuda i battenti. Si garantirebbe la qualità assistenziale ai pazienti e l’occupazione dei dipendenti, con buona pace delle scelte poco comprensibili dell’Agenzia dell’Entrata e delle mire di coloro che vogliono approfittare della situazione”.