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Benevento – La dott.ssa Angela Ferroni del Mibact, intervenuta al convegno promosso dal club per l’Unesco di Benevento, sbaglia quando accusa i giovani di Benevento di immobilismo e scarsa capacità imprenditoriale nello sfruttare il brand Unesco a differenza delle città del nord. Alla rappresentate del Mibact sfugge, infatti, che la gestione politico amministrativa del sito seriale “I longobardi in Italia. I luoghi del potere”è concentrata tra le città di Spoleto e Cividale del Friuli, mentre Benevento, ma anche Monte Sant’Angelo, vivono dal 2011 di luce riflessa, quasi come se le città della Langobardia minor fossero state inserite a sostegno delle candidature del nord, più che per valorizzarne l’intero sito.

Basti pensare – e ciò vale per tutto – che la grande mostra “Longobardi, un popolo che cambia la storia” si è tenuta a Pavia, a Napoli e a San Pietroburgo, non a Benevento. Per questo motivo auspico che la futura presidenza dell’ass.ne Italia Langobardorum spetti alla città di Benevento.  La candidatura seriale della via Appia a patrimonio Unesco, che ricade in gran parte ed in maniera intatta e simbolica nel territorio beneventano, pone la questione dei fondi per la promozione e gestione del patrimonio culturale del Sannio, di Benevento e delle aree interne. Non basta, ma non forse non serve neanche, un ulteriore riconoscimento Unesco al Sannio, se non si arriva a far capire che il nostro patrimonio merita un’attenzione e d un valore in più rispetto alle luminarie di Salerno e alle bancarelle su via Caracciolo a Napoli.  In questi anni i fondi della Regione Campania seguono un criterio territoriale, più che valorialeUna candidatura senza un piano strategico fatto di progetti, di fondi, di collaborazioni e che vede coinvolti in primo piano il ministero delle infrastrutture, della cultura e la regione Campania, non fa altro che aggravare di responsabilità la città di Benevento che dovrà gestire con pochi strumenti e senza risorse un importante riconoscimento.  A questo, si aggiungono le bacchettate da parte di chi continua a etichettare il Sud come fannullone e sprecone, invece di battersi per concedere a questi territori eguali strumenti e possibilità.”