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Benevento- Il cancro che aggredisce la società civile italiana, nelle diverse declinazioni regionali (‘ndraghetra, Sacra Corona Unita, camorra, mafia), è diventata oggetto di studio presso l’Ateneo del Sannio.

Nella Sala ex Biblioteca del Rettorato, in piazza GuerrazziBenevento, è stato presentato il corso di formazione in analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione e valorizzazione di una cultura di legalità dal titolo: “Mafie di ieri e di oggi”.

I Corsisti affronteranno le implicazioni, le ripercussioni, le interferenze dell’atteggiamento mafioso nei confronti della società civile e del suo ordinato sviluppo con l’apporto di studiosi ed operatori della Magistratura, delle Forze dell’Ordine.
La giornata inaugurale odierna è stata intitolata: “Storia dell’Italia mafiosa: L’evoluzione delle Mafie e la zona grigia” ed ha affrontato il tema della contiguità e dell’ambiguità di ambienti della società civile rispetto ai mafiosi vero e proprio.

All’incontro erano presenti il Rettore dell’Università del Sannio, Gerardo Canfora, il prefetto di Benevento, Francesco Antonio Cappetta, il procuratore capo della Repubblica a Benevento, Aldo Policastro, il procuratore aggiunto, Giovanni Conzo. Ha moderato i lavori Marcella Vulcano, avvocato e presidente Advisora.

Il rettore Canfora ha sottolineato: “Questo ateneo formi professionisti, sì, ma anche consapevoli del ruolo che devono e possono giocare nella nostra società”.

Il Procuratore della Repubblica di Benevento, Aldo Policastro, intervenendo nella presentazione, ha detto che mafia e camorra hanno preso un potere sempre più forte ed invasivo e, quindi, occorre saper valutare e scomporre le diverse articolazioni con le quali le “zone grigie” hanno aiutato la malavita organizzata in questi anni. “Non è cambiato il modo violento di controllare le cose. La società è cambiata.  E’ una mafia attrezzata e professionalmente avanzata.  Noi per prevenire, dobbiamo agire molto prima”

Il Prefetto Francesco Antonio Cappetta ha invece sottolineato come occorra  scendere sempre più a fondo del sistema per poter puntare ad una svolta. Secondo il Prefetto il balzo in avanti della mafia è stato garantito dal traffico internazionale di droga che ha consentito di permeare ampie zona della società civile.

E’ intervenuto quindi Marco Del Gaudio  della Direzione nazionale Antimafia che ha sottolineato: “Benevento non è soltanto una provincia tranquilla e periferica ma forse influisce la vicinanza con la provincia avellinese  e la provincia casertana. La storia dimostra che le alleanze con i gruppi criminali ci sia sempre stata. Esistono però dei forti anticorpi,  persone come il procuratore Policastro e quello aggiunto Conzo non fanno altro che tenere alta la guardia. Serve un corso del genere per gli operatori culturali per rendersene conto   che Benevento non è un ‘isola felice ma che occorra fronteggiare la malavita organizzata”.

Conoscere i fenomeni  per poi affrontarli meglio Il procuratore aggiunto Giovanni Conzo ha aggiunto: “Bisogna chiedersi perché la mafia permane dopo due secoli: probabilmente per le relazioni in campo economico e politico che è stata in grado di creare. Il problema non è del sud: solo estirpando la rete di relazioni che si sono create si può sconfiggere la mafia. E’ importantissimo parlarne: il ruolo dell’Università è fondamentale in questo senso”.