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Benevento – Lo scorso 8 gennaio 2019, presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università del Sannio, ha preso il via il percorso formativo dal titolo “Ingegneri liberi e forti. Viaggio nell’Ingegneria dell’Informazione tra etica e tecnologia”, proposto dall’Università del Sannio in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri di Benevento, l’Ordine degli Ingegneri di Avellino e il laboratorio di formazione al bene comune CIVES della diocesi di Benevento. L’iniziativa si sviluppa in una serie di incontri in cui esperti, ingegneri e appassionati di tecnologia si confrontano interrogandosi sul se e quanto, oggi e nel prossimo futuro, le moderne tecnologie dell’ingegneria dell’informazione consentano ai professionisti del settore di esprimersi “liberi e forti” in scelte professionali coerenti con principi etici.

Il primo seminario del percorso ha avuto un eccezionale successo di partecipazione e ha affrontato il tema “Interazione macchina-uomo: lotta o cooperazione?”. Adottando la tecnica della “classe capovolta”, alcuni professionisti del settore hanno aperto l’incontro, moderato da Ettore Rossi, ponendo interrogativi ispirati alla loro esperienza lavorativa quotidiana. Interessanti testimonianze sono state offerte dagli ingegneri Giuseppe Di Gioia, Riccardo Natale, Diego Castiello e Luca Piedimonte, tutti laureati presso l’ateneo sannita e ora esperti di sistemi di automazione e tecnologie dell’informazione.

Complessi gli interrogativi emersi, a cui anche nei prossimi incontri si cercherà di dare risposte. A partire dal dubbio sulla reale possibilità di sostituire il lavoro dell’uomo con le macchine e sui vincoli economici che possono influenzare la qualità delle prestazioni e la sicurezza delle macchine. E poi ancora il problema della perdita di posti di lavoro e della responsabilità di eventuali incidenti gravi causati da macchine autonome.

Gli interrogativi hanno stimolato l’analisi proposta nella relazione del prof. Luigi Glielmo, ordinario di automatica presso Università del Sannio. Il relatore, attraverso l’esposizione di interessanti casi di studio, ha evidenziato come la pervasività delle tecnologie dell’informazione rende sempre più complessi i possibili scenari di cooperazione e di lotta fra l’uomo e la macchina. La interazione ormai classica in cui la macchina è a servizio dell’operatività dell’uomo aumentandone le funzionalità, nella moderna infosfera si sta ampliando nella inclusione della macchina nei processi decisionali (cognitivi e dei desideri) dell’uomo. Gli algoritmi possono ormai utilizzare i nostri dati biometrici per sapere di noi più di quanto ne sappiamo noi stessi. Ma guardando un passo oltre, ci dobbiamo chiedere se le capacità di immagazzinamento ed elaborazione dei dati delle macchine, superiori di ordini di grandezza rispetto a quelle dell’uomo, stanno aprendo scenari in cui le macchine siano in grado di sviluppare anche una loro etica. Dopo Copernico, Darwin, Freud e Turing, siamo forse prossimi ad una nuova singolarità evolutiva nello sviluppo dell’umanità.