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Benevento – Luigi Diego Perifano cerca e trova il bagno di folla per la chiusura della sua campagna elettorale. In una piazza Castello affollatissima, il candidato sindaco dell’alternativa porta in scena la sua ‘Benevento a colori’. Palloncini in strada e scenografia sul palco a sottolineare l’esigenza di traghettare la città “fuori dal grigiore degli ultimi anni”. A cinque ragazzi, poi, il compito di ribadire i “progetti bandiera” per ogni singolo colore: il rosso per l’inclusione, il blu per l’innovazione, il verde per l’ambiente, l’arancione per la cultura e il turismo e il giallo per la vivibilità. La musica, invece, è quella di Luciano Ligabue. Le casse lanciano “Niente paura”. E la paura da esorcizzare, evidentemente, è quella del cambiamento. ‘Life of life’ accoglie infine, alle 19.15, Luigi Diego Perifano: “Se potessi raccontarvi tutte le emozioni e le speranze raccolte in questa campagna elettorale, i sorrisi e le paure, voi certamente comprendereste perchè ho accettato questa sfida” – esordisce. “C’è un tempo in cui bisogna correre i rischi, senza pensare ai calcoli, è il tempo è questo”. “In questi ultimi cinque anni i beneventani sono stati divisi in amici o sudditi, o proni o nel libro nero. Assessori cacciati, consiglieri mortificati, cittadini ignorati: se non si era nel sistema si era fuori”. Poi la sfilza delle “promesse mancate”: badante di prossimità, piano traffico, riaperture teatri, aiuto ai giovani, piano commerciale, revisione Puc, istituzionalizzazione comitati di quartiere. “Potrei parlare per ore di situazioni lasciate a marcire e di milioni di finanziamenti andati perdute, di scuole chiuse, dell’abbandono delle periferie, della mancata cura del verde pubblico”. “La Città – incalza – ha fatto passi indietro“. Quindi l’affondo: “In questi 5 anni abbiamo visto troppe imprese casertane e napoletane sbarcate in città. L’ultimo cartello di ieri, altro cantiere affidato a una ditta di Casal di Principe. Guarderemo le carte una per una, ci sarà una commissione d’inchiesta. Non è possibile che mentre le imprese locali soffrono la Città diventa terra di conquista: Il lavoro deve tornare ai Beneventani“. E ancora contrade, quartieri, pandemia, sanità, ambiente, trasporti. Tanti i temi toccati da Perifano che scende dal palco poco prima delle venti: “È stata una lunga e appassionante marcia, per le vie della città e per i sentimenti. Abbiamo tenuto duro anche quando sono arrivati attacchi meschini. Io insultato ancora prima di essere candidato da chi oggi fa il verginello. Pur di ferirmi – ricorda con commozione Perifano – hanno tirato in ballo anche la memoria di mio padre”. “Siamo donne e uomini liberi che non ingrasseranni mai le fila degli opportunisti, dei voltagabbana. Difenderemo sempre il valore della dignità contro ogni abuso”.