Nel 28° anniversario della scomparsa dell’Onorevole avvocato Giuseppe Vittorio Fucci, avvenuta il 20 ottobre 1997, Airola e l’intera provincia di Benevento ricordano la figura di un uomo che ha dedicato la propria vita alla politica, alla cultura e all’impegno civile, guidato da un unico principio: servire il bene comune con onestà e trasparenza, anche a costo di sacrifici personali.
Nato ad Airola il 15 gennaio 1921, ultimo di ventitré figli di Carlo Fucci e Marianna Taddeo, Giuseppe Vittorio Fucci fu un protagonista assoluto della vita politica e sociale del Sannio nel secondo dopoguerra. Laureatosi in giurisprudenza all’Università di Napoli dopo aver interrotto gli studi per partecipare al secondo conflitto mondiale, intraprese la carriera forense sotto la guida del grande penalista Cesare Loasses, distinguendosi fin da subito per competenza e rigore morale.
Dalla professione forense all’impegno politico
La passione per la politica lo spinse presto ad aderire alla Democrazia Cristiana, su invito dell’avvocato Alessandro Lombardi, primo presidente dell’Amministrazione provinciale di Benevento dopo la nascita della Repubblica. Il suo impegno, serio e concreto, gli valse la fiducia di Giovan Battista Bosco Lucarelli, storico fondatore del Partito Popolare e della DC, che lo volle al vertice del partito sannita.
A soli 33 anni, nel 1954, divenne Segretario Provinciale della Democrazia Cristiana di Benevento, assumendo un ruolo di primo piano nelle dinamiche politiche locali. Negli anni successivi, insieme all’amico e collega Verginio, formò una leadership giovane e determinata, capace di rinnovare il partito e di offrire una visione diversa e moderna della politica, lontana dai personalismi e vicina ai problemi reali della popolazione.
La lungimiranza di un uomo fuori dal tempo
Fucci si distinse per la capacità di leggere in anticipo le crisi politiche e sociali. Nel suo saggio “Il partito è uguale per tutti”, già alla fine degli anni Cinquanta denunciava i rischi di un progressivo distacco della DC dai cittadini, anticipando di oltre trent’anni la crisi che avrebbe portato allo scioglimento del partito. Nel 1985 fece affiggere in tutta la provincia di Benevento un manifesto rivolto ai democristiani, in cui profetizzava la fine della Democrazia Cristiana, avvenuta poi nel 1993.
L’impegno per Airola e per il Sannio
Sindaco di Airola dal 1977, Fucci guidò una storica amministrazione di unità con la partecipazione della DC e del PCI, un’esperienza di grande coraggio politico e civiltà democratica. Il suo operato da primo cittadino è ricordato per la concretezza e la sensibilità verso i bisogni della comunità: riqualificò il cimitero, valorizzò i monumenti storici, portò energia elettrica e infrastrutture nelle zone più periferiche, avviò i progetti per l’acquedotto rurale e la rete fognaria, e si batté per il restauro del castello medievale.
Fu poi consigliere regionale della Campania durante la seconda e terza legislatura, distinguendosi per l’impegno a favore del territorio sannita: promosse la realizzazione della Fortorina, si batté per la strada a scorrimento veloce Caserta Sud–Benevento, e fu promotore di leggi per la metanizzazione dei piccoli comuni, per lo sviluppo dell’agriturismo e per la valorizzazione del patrimonio storico e ambientale.
Uomo di cultura e di fede civile
Parallelamente all’impegno politico e amministrativo, Giuseppe Vittorio Fucci coltivò la passione per la cultura, la poesia e la scrittura. Autore della raccolta “Poesie – Prima raccolta”, premiata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e di saggi come “Risposta ai ritardatari”, “Il partito è uguale per tutti” e “Storia vecchia e nuova”, Fucci ricevette riconoscimenti in diversi concorsi nazionali e internazionali, fino alla proposta di nomina ad Accademico d’onore dell’Accademia Nazionale degli Abruzzi.
Fu anche docente di diritto penale e criminologia presso l’ANSI di Benevento e la Scuola Regionale di Polizia Municipale, presidente della Cooperativa Agricola Airola – una delle prime esperienze di cooperativismo nel Mezzogiorno – e attivo in numerose associazioni culturali e sociali.
L’eredità morale
Onestà, dedizione, rigore etico e amore per la sua terra: questi i valori che hanno contraddistinto la vita di Giuseppe Vittorio Fucci, un uomo che, come ricorda chi lo conobbe, fece politica vendendo le proprie proprietà pur di restare fedele ai principi di trasparenza e giustizia.
A ventotto anni dalla sua scomparsa, la sua figura resta un punto di riferimento per chi crede in una politica intesa come servizio alla comunità e non come privilegio personale. Un esempio di coerenza e di visione, che continua a ispirare chi, nel Sannio e non solo, riconosce in lui un modello di integrità e di autentico impegno civile.