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“Si profila uno scenario devastante”. Così, il 20 giugno scorso, il presidente di MezzogiornoNazionale, Pasquale Viespoli commentava la sentenza del Tar in favore dei comuni sanniti che avevano contestato le tariffe Samte. A distanza di venti giorni, lo scenario prefigurato si è palesato all’opinione pubblica con la comunicazione ufficiale della Samte che ha annunciato la chiusura dello Stir. “Potrei dire l’avevo detto, ma il dato non è questo. A farmi rabbia è la constatazione che rispetto a venti giorni fa lo scenario è cambiato. E in peggio, per noi”. “In Campania – spiega Viespoli – siamo oramai in un contesto pre-emergenziale. Perché, alla difficoltà di individuare discariche per il conferimento del “futs”, cioè dell’umido lavorato, oggi si aggiunge il mancato funzionamento di una delle linee del termovalorizzatore di Acerra, con i conseguenti problemi dovuti alla lavorazione a regime ridotto.

“Leggo – continua Viespoli – che il Comune, se dovesse chiudere Casalduni, si muoverebbe alla ricerca di soluzioni alternative. Il paradosso è che ammesso che sia possibile, alla luce delle problematicità sopra accennate, la toppa sarebbe peggiore del buco. Perché le alternative sono tutte più costose, perché sono più alte le tariffe e, in più, c’è l’aggravio del trasporto. Un esito, appunto, paradossale, con i cittadini che pagheranno di più, non di meno.

Le reazioni del sindaco e del presidente della Provincia, sono quantomeno tardive ed approssimative. Mastella – conclude Viespoli – si preoccupa dell’organigramma, degli assetti dell’Ato. Una posizione, diciamo, politicista che non risolve nessun problema, perché quel che manca non è un accordo spartitorio tra Pd e Mastella. Manca la visione, in sintesi la cultura e la capacità di governo del territorio”.