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E’ toccato al presidente Oreste Vigorito fare gli onori di casa a Marcello Carli. Il numero uno del Benevento ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione del nuovo direttore tecnico, rilasciando alcune dichiarazioni.

Presentazione – Carli è stato scelto e lo ringrazio per aver dato la sua disponibilità. Siamo tornati a parlare la nostra lingua che sarà utilizzata per tutto l’anno. Mi auguro che il direttore possa avere il massimo della collaborazione, ricominciando daccapo ma con uno spirito nuovo. Mi auguro che tutti facciano un esame dei propri errori, dando una mano a questa società e a questo direttore che mi auguro faccia un percorso bello.

Scelta – Carli è un’idea che girava da un paio di anni. In passato ho sentito una delle interviste più belle da parte di un uomo di calcio ed ero sempre stato curioso di conoscerlo. Avevo questa idea nella testa, pensavo di realizzarla da qualche anno ma sono un po’ lento nel metterle in atto. Dissi che saremmo dovuti tornare a essere una sana squadra provinciale, lo abbiamo dimenticato probabilmente nel nostro giorno più bello, quello della vittoria con la Juventus. Probabilmente quel giorno è iniziata la nostra discesa. Io amo il calcio di serie C perché è fatto di persone che hanno ancora il sogno di voler fare qualcosa. Sono uno dei responsabili di certe scelte, negli ultimi tempi, dall’anno dei record, ho smesso di fare il presidente come avrei dovuto, affascinato dal raggiungimento dei risultati. Carli è un uomo che ama il suo lavoro, se lui è fortunato ad essere pagato per fare quello che ama, io amo pagare per avere del calore umano. Vedo una persona che nella sua carriera ha sempre visto il futuro, spero che questo ci serva per essere più pazienti. Ho trovato un uomo che mi ha fatto ritrovare il sorriso. 

Direttore tecnico – Era una necessità che avanzo da 17 anni, mettere insieme un direttore della prima e della seconda squadra. Tutti quelli che sono venuti mi hanno sempre detto di essere impegnati con la prima squadra per andare a vedere il settore giovanile. Lui mi ha dato la sua disponibilità e abbiamo optato per questa figura. 

Allenatore – Il prima possibile dovremo scegliere un allenatore, la collegialità con la quale sta parlando il direttore credo sia una garanzia. Carli avrebbe dovuto iniziare il 1° luglio, invece è già qui a lavorare perché ha detto che ci sono cose da sistemare. La squadra la costruirà il direttore insieme all’allenatore, parlandone anche con il presidente.

Settore giovanile – Diego Palermo rimane presidente, hanno fatto già tre riunioni con il direttore Carli. Ci deve essere qualcosa che non funziona nonostante gli ottimi risultati di quest’anno, perché sono sedici anni che investiamo nel settore giovanile ma quando usciamo dai gironi puntualmente usciamo.

Strategia – Le proprietà straniere che stanno investendo in Italia dovrebbero far riflettere, perché il calcio non è investimento. Il calcio ha un aspetto sociale, significa entrare nella comunità che ti ospita, interpretandone l’anima, il modo di vivere. L’auspicio è ritrovarsi tra qualche anno con uno zoccolo duro che rappresenti l’anima. Hanno trasformato il calcio in uno spettacolo e io non faccio spettacolo, per me il calcio è comunità, solidarietà, partecipazione, è togliere qualche ragazzo dalla strada. C’è la volontà di fare una riforma nel calcio, ne conosco solo i contorni, ma di certo se non si cambiano le regole la competizione non ci sarà mai, perché ci sono interessi diversi. L’arrivo di dirigenti che rappresentano proprietà di cui non si sa nulla è, come lo definisco io, “rompere il filo dell’anima”.

Errori – Ho trascurato la squadra perché ho un carico di lavoro enorme. Non essere riuscito a trovare questo tempo è stato un errore mio. Per il resto non mi sono perso nulla, ma non ho capito che avevo stavo mollando un po’. L’importante però è averlo capito. Per questo ho chiesto a tutti di starci vicino, per colmare le mie assenze.

Triennale – E’ solo più oneroso, perché se viene esonerato lo pago per tre anni. E’ solo la dimostrazione della fiducia che ho in lui. A mio avviso, quello che prenderà in tre anni avrebbe potuto guadagnarlo in un anno perché è bravo. Ho fatto un contratto di tre anni non per quello che ha fatto prima, ma perché sono sicuro che Carli darà molto a questa squadra. Questo è un uomo che ama il calcio, altrimenti in sarebbe venuto in serie C, nonostante le chiamate avute. Non c’è un progetto, c’è un disegno, la speranza di trovare le persone giuste, la voglia di ritrovarci dopo essere passati in mezzo alla tempesta.