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Benevento – Il problema stadio e l’incognita abbonamenti tengono banco in casa Benevento. Il presidente Oreste Vigorito ne ha parlato in occasione dell’incontro “Orizzonte Sud” tenutosi al teatro San Vittorino nel pomeriggio, non nascondendo dubbi e preoccupazioni: “Ad oggi la campagna abbonamenti potrebbe anche essere annullata. Se non si risolvono quei problemi messi sul tappeto, non potremo vararla”.

Sul mercato il numero uno giallorosso ha preferito glissare: “Il calciomercato inizia a luglio, i contratti vanno depositati da luglio in poi. Non dobbiamo accorciare i tempi, Foggia andrà a Milano come gli altri operatori. Leggo chiacchiere fantasiose su acquisti e cessioni, ma per ora non c’è niente di fatto. Aspettiamo luglio per pensare al mercato e inaugurarlo”. 

Confermata la disponibilità del club giallorosso ad acquisire il Ciro Vigorito: “Il Benevento ha notificato da qualche mese al Comune l’intenzione di avvalersi della legge 147, avendo una manifestazione di interesse da parte dell’amministrazione. Ma tra la manifestazione di interesse e la concretezza ci sono tante altre cose, e in più non mi sembra ci sia chiarezza nella mente di parecchia gente”.

Si spera comunque che nei prossimi giorni possa essere messa la parola fine sulla vicenda, almeno per quel che riguarda l’immediato futuro: “Avremo un incontro a breve, mi auguro che le nuvole siano spazzate nel frattempo. Se aspettiamo i prossimi mesi, comunque, sarà molto difficile. Se il Comune pensa di fare lavori durante il campionato, come faccio con gli abbonati? Non si conosce il piano di ristrutturazione, e con questi presupposti la campagna abbonamenti non parte. Dispiacerebbe tantissimo per la piazza, perché vorrei uno stadio per la gente”.  

Vigorito è tornato anche sull’ultimo campionato di A: “Aver disputato un campionato di serie A ha dato visibilità a una città che merita di essere conosciuta per essere apprezzata di più. Accettiamo la sconfitta sul campo, ma il comportamento di tifosi e società ha fatto sì che alla sconfitta abbia fatto seguito un consenso sociale e sportivo da ogni dove, oltre al riconoscimento di un pubblico che merita di essere altamente competitivo. Purtroppo non giochiamo né io né i tifosi, ma i calciatori. A volte giocano bene e altre no, è il calcio”.