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Benevento – La prima cena con Inzaghi, il cammino da record, le ambizioni per il futuro e la la grana relativa alla nuova convenzione per l’utilizzo dello stadio. Sono solo alcuni dei temi affrontati dal presidente del Benevento, Oreste Vigorito, nell’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno.

Il numero uno giallorosso ha svelato un retroscena sul ‘primo appuntamento’ con l’allenatore che sta portando in alto la sua squadra: “Benedico il momento in cui ho incontrato Inzaghi, grazie al suggerimento del mio prezioso direttore sportivo Pasquale Foggia. Era estate, avevo chiamato tre allenatori più o meno famosi, ma in quel momento Inzaghi era in vacanza. Per quelli che fanno calcio le vacanze sono sacre, e quando cercai Pippo lui era appena arrivato a Formentera. Il giorno successivo prese un traghetto e un aereo per raggiungermi. Andammo al ristorante e per tutta la durata del pranzo mi sentii quasi in disparte – confida Vigorito -; Inzaghi e Foggia parlavano della squadra, immaginavano la composizione della rosa, facevano nomi di possibili giocatori e armeggiavano con coltelli e forchette sul tavolo simulando moduli e campo. Alla fine Pippo disse: “Tutto questo, presidente, sempre se lei è d’accordo”. Fu proprio in quel momento che decisi che loro due avrebbero portato la squadra in vetta”. 

Sul futuro, c’è tutta l’intenzione di non farsi trovare impreparati: “Gli errori delle prime volte li capisci solo dopo. Da quel campionato di A ho capito molte cose, se torneremo tra i grandi sono sicuro che ci resteremo. Senza soldi non si vince, questo è assodato. Noi proveremo a stare a galla basandoci sulle nostre forze e sulle nostre competenze. Venti milioni di fatturato non sono nulla rispetto ai 500 della Juventus. E noi 7 milioni di euro di incasso li facciamo in un anno, a Milan e Inter basta il derby”. 

Il rapporto con i calciatori è sempre dei migliori: “Generalmente i giocatori hanno l’abitudine a sentirsi privilegiati, ma chi è al Benevento deve sentirsi una persona ‘normale’, giocare per la maglia e per l’orgoglio. Ecco perché domenica dopo il derby con la Salernitana ho comunque dato il premio partita ai ragazzi. Non lo fanno mica tutti i presidenti…”

Un appunto anche sulla convenzione: “Dopo due anni di trattative non abbiamo ancora firmato la convenzione per lo stadio. Quando arrivammo era inagibile, lo abbiamo rimesso a posto. Se non è un gioiellino, poco ci manca. Mastella ha assecondato le nostre richieste, ma ha avuto le mani legate”. 

Un Benevento sul modello Atalanta? Per Vigorito la strada è percorribile: “Per intenzione, cultura e mentalità ci siamo, poi ci scontriamo con le strutture che mancano, ma non sono uno che si arrende facilmente”.