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Finalmente. Non c’e’ altro modo per esordire dopo aver assistito alla sfida tra Benevento e Juve Stabia. Finalmente un pubblico, quello giallorosso, coinvolto completamente, caloroso, pieno, rumoroso e appassionato, come poche volte si era visto in questa stagione.

Un incitamento costante, sin dalle prime battute, coi decibel che sono aumentati in occasione di gol mancati (non tanti a dir la verità), dei tanti cartellini gialli non assegnati dal direttore di gara (e questi sono stati tanti non assegnati) e delle due proteste per rigori non concessi (uno con piu’ dubbi dell’altro). 

Stavolta c’era un obiettivo importante: far capire che al Vigorito il fattore campo e’ ancora capace di fare la differenza e che può trascinare anche la squadra in campo. Una dimostrazione e’ stata la carica di squadra e panchina quando l’atmosfera si e’ fatta incandescente per un pallone non riconsegnato alla Juve Stabia dopo un (non) colpo subito dal portiere delle vespe. Il pubblico a ruggire dagli spalti, i giocatori a farlo sul rettangolo di gioco. Ecco cosa e’ mancato in questa stagione, quel filo forte che puo’ trascinare ed essere trascinante.

Troppo appiattito nel corso della stagione, troppo assopito per poter fare la differenza. Non il pubblico che tutti conoscono e che altre realtà hanno imparato ad apprezzare nel corso della storia recente.

La storia vissuta in questa sfida parla di altro e soprattutto serve come benzina per il finale di stagione e per i play off.

Quello striscione srotolato alla fine con quel ‘Che vinca o che perda’ vale come una promessa, la squadra sotto la Curva a seguire canti e battimano e’ più di un gesto di cortesia. Vale quasi come ‘cominciamo a correre insieme che il bello deve ancora venire’.

Ed e’ da questo che il Benevento deve ripartire, specie dopo una partita intensa, forse la migliore di questa stagione. Fatta di grinta, di carattere, di voglia, di errori ma anche di rimedi (le due rincorse all’indietro di Ciciretti a strappare palloni in scivolata parlano chiaro), di cattiveria, proteste e anche di corpo a corpo quando e’ stato necessario.

I tifosi del Benevento non avevano la pretesa che la Juve Stabia non festeggiasse a Benevento, era una speranza remota, ma almeno volevano che la squadra facesse di tutto per cercare di evitarlo. Non ci sono riusciti alla fine, ma lo spirito e la cattiveria messa in campo e’ bastata per essere comunque soddisfatti: la maglia e’ stata sudata per onorare i colori e chi li difende. Vale come una vittoria.

E ora?

Ora viene il bello. Il Benevento, nella sua storia, ha familiarità coi play off e non sempre sono andati nel verso giusto. Ma questa e’ storia passata, l’incantesimo e’ stato spezzato. Ora parte una nuova avventura con la consapevolezza che esiste un cordone forte tra due componenti che camminano lungo la stessa direzione e con lo stesso sogno che non ha bisogno di essere messo nel cassetto, e’ bello visibile. Finalmente, verrebbe da dire.