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L’appuntamento è per giovedì. Alle 13.30 l’ufficio di Presidenza della Camera si riunirà e darà il via libera alla delibera ‘taglia-vitalizi’ voluta da Roberto Fico.

Si parte, come noto, da Montecitorio. Per palazzo Madama, che intanto ha acquisito la documentazione e richiesto un parere al Consiglio di Stato, se ne riparlerà più in là.

Nelle intenzioni del presidente Fico, la delibera produrrà un risparmio per la Camera di 200 milioni di euro a legislatura.

Quanto alle singole posizioni, la lista dei tagli è stata pubblicata da ‘La Repubblica’ nelle scorse ore. Si tratta di trenta pagine, contenenti i nomi di 1.240 “ex” deputati.

Sette sono i sanniti.

Il primo nome è pure l’ultimo dei politici sanniti entrati a far parte della ristretta schiera di parlamentari-pensionati. Antonio Barbieri, deputato di Forza Italia nella XIV legislatura, l’assegno mensile ha cominciato a riceverlo soltanto nel 2017, dal primo ottobre. Riportava una cifra di 3.108 euro. Approvata la riforma, calerà del 39,19%, per una pensione di 1890 euro.

Importo, doveroso precisarlo, lordo. Come al lordo sono tutte le pensioni di cui parleremo in questo articolo.

Il secondo sannita che l’elenco ci restituisce è Ferdinando Facchiano. Altra epoca. Deputato nelle legislature X e XI, unico beneventano ad essere stato nominato ministro in ben tre governi, lo storico esponente del Partito Socialdemocratico vedrà il suo assegno (il primo risale al 1994) passare dagli attuali 4.725 euro ai prossimi 2.997. Un taglio del 36,56%.

Scorrendo la lista, il terzo nome a comparire è quello di Gennaro Malgieri, protagonista con Alleanza Nazionale prima e con il Pdl poi in tre legislature (XIII, XIV, XVI). Fino ad ora – e a partire dal 1 agosto del 2013 – ha goduto di un trattamento previdenziale capace di garantirgli 6.445 euro lordi. Diventeranno 4.753 (-26,25%).

Quattro volte deputato (dalla X alla XIII) con Pds e Ds, per Carmine Nardone la scure di Fico ha colpito duro. Taglio del 42,82% per l’ex presidente della Provincia. Il vitalizio (datato 1999) da 8.455 euro lordi lascerà il campo a una pensione ricalcolata di 4.834 euro.

In assoluto, però, la riduzione più corposa riguarda Gennaro Papa, politico della primissima Repubblica, deputato nelle legislature III, V, VI con il Partito Liberale Italiano. Il suo vitalizio la Camera lo versa dal 1978. Oggi ammonta a 5.471 euro, da giovedì scenderà addirittura a 1.351 euro. Un ribasso record del 75%.

Il rovescio della medaglia è rappresentato dalla posizione dell’attuale sindaco di San Giorgio del Sannio Mario Pepe, (XII, XIII e XVI legislatura). Tornato in pensione da parlamentare nel 2013, il suo assegno calerà da 6.538 a 5.520 euro. In questo caso, dunque, il taglio è solo del 15,56%.

Infine, Giovanni Zarro. Ben cinque (dalla VII alla XI) le legislature vissute dall’esponente della Democrazia Cristiana. Una lunga militanza che gli è valsa, fino a oggi, un assegno mensile (a cominciare dal 1994) da 9,387 euro lordi. La sua pensione riformata sarà di 4.036 euro, più che dimezzata (-57%),