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Vitulano (Bn) – Son tempi brutti per chi ama lo sport ed in particolare il calcio. Ad ogni livello ci si imbatte in episodi di violenza, verbale o fisica, che si associano più al far west che ad un campo verde: cori, pugni e calci nella categorie minori del mondo della pelota. Nei campionati regionali ne succedono di tutti i colori. “Durante la gara mi ha dato un pugno nella pancia e mi ha riempito di minacce”. E’ la descrizione di un episodio di violenza accaduto sul campo di Casal di Principe durante la gara di campionato di Prima Categoria Girone B, tra il Don Peppe Diana e la Polisportiva Vitulano. A denunciare il fatto l’esterno d’attacco dei neroverdi Christian Reale. Il calciatore parla di “indegna e vergognosa aggressione subita”, in particolare da un avversario, letteralmente impazzito, saltato in campo dalla panchina e protagonista di atti violenti contro il numero 7 neroverde, senza che i suoi compagni di squadra abbiano fatto nulla per fermarlo. “Abbiamo avuto una brutta accoglienza, condita da insulti e violenza per tutta la gara. A me personalmente un ragazzo già ad inizio partita mi aveva minacciato. Poi in campo sono volati parecchi calci, nascondevano il pallone, spezzettando molto il gioco. Non sono partito titolare e neanche lui il mio avversario. Nella ripresa sono entrato ed è entrato anche lui, mentre giocavamo mi ha dato un pugno nella pancia e mi ha riempito di minacce. A fine gara sono andato subito negli spogliatoi perché ho avuto paura per la mia incolumità”.

La squadra casertana ha un nome che dà delle responsabilità che vanno oltre il gioco del calcio. I giocatori dovrebbero avere il massimo rispetto degli avversari e invece succede il contrario. “Abbiamo pagato l’inesperienza, – continua l’attaccante –  vista la giovane età della squadra e loro come in tutti i campi di Caserta fanno sempre quello che vogliono mancandoci di rispetto. Abbiamo avuto lo stesso trattamento anche in altre partite, ma adesso è arrivata l’ora di dire basta. Ci aggrediscono, ci impongono di stare zitti durante le partite, questo non è calcio”. Questa è la realtà, quella del calcio di provincia in cui allenatori e giocatori vengono minacciati e picchiati. C’è chi è stato preso a pugni, chi è sequestrato negli spogliatoi, chi ha dovuto chiamare i Carabinieri perché dagli insulti verbali si stava passando ai fatti. Questo è soltanto uno dei tanti brutti episodi che caratterizzano il calcio. Tra i dilettanti, la maggior parte di questi eventi non vengono nemmeno resi noti, a meno che non si finisca davvero nella  violenza più totale. L’immagine di calcio malato, un fenomeno che bisogna fermare.