Ci sono persone che lasciano un segno indelebile su questa terra anche se Dio ha concesso loro di vivere poco più di un battito di ali. È stato così per il giornalista Marco Santamaria, volato in cielo esattamente 15 anni fa lasciando un vuoto incolmabile nella sua famiglia e in chi ha avuto la fortuna di trascorrere con lui anche solo un breve tratto di vita. Marco era nato a Benevento il 13 giugno 1987 in una famiglia imperniata dalla fede che lo aveva spinto presto a fare parte della Gioventù Francescana e poi a diventare ministro straordinario della Comunione e volontario dell’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), distribuendo aiuto, sorrisi e coraggio a tanti malati. A questo coniugava una passione viscerale per il Benevento e il giornalismo raccontando le gesta dei giallorossi con passione ma allo stesso tempo con la saggezza e l’equilibrio di una penna con anni di esperienza. 
Chissà cosa avrebbe pensato e scritto in questi anni difficili per la Strega, lui che sapeva sempre trovare una ventata di ottimismo anche quando intorno era buio pesto. Marco non si è mai perso d’animo davanti a nulla, nemmeno quando é stato costretto ad affrontare la scomparsa dell’amata mamma Rita, strappata via da un destino crudele. Mai un attimo di scoramento, sempre sostenuto dalla fede profonda e dal desiderio di occuparsi del papà e della sorella Valentina. La serenità lo ha accompagnato anche quando ha scoperto di avere un male terribile che lo ha costretto ad una lunga serie di interventi chirurgici. Un autentico calvario affrontato con una forza fuori dal comune abbandonandosi alla volontà di Dio. Una settimana prima della sua morte si rivolse così a mons. Andrea Mugione, Arcivescovo di Benevento, che gli fece visita in ospedale: “Non pregate per la mia guarigione, ma perché si compia in me la volontà di Dio e per la grazia di una buona morte». Marco ci ha lasciato il 19 maggio del 2010 ed a lui è intitolata la sala stampa del “Ciro Vigorito” al quale era molto legato. Ciao Marcolino, manchi tanto.
