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Benevento – Due anni e mezzo trascorsi a Benevento, sono bastati a Massimo Volta per riservare un posto speciale nel proprio cuore a squadra e città. “Conservo ricordi bellissimi, sia da giocatore in campo che fuori. Mi sono trovato bene con la squadra, abbiamo vinto un campionato, e mi sono trovato a mio agio in città. È proprio vero che si piange due volte, ho lasciato tanti amici che sento ancora”, confida il difensore classe ’87.

Volta arrivò in giallorosso nella stagione 2018/19, con Cristian Bucchi in panchina: “Fu un anno positivo, altalenante per via di qualche risultato. Non riuscimmo mai a trovare la necessaria continuità, ma non era semplice avendo cambiato tanto dopo la retrocessione. Alla fine disputammo un buon campionato, ci mancò solo la ciliegina a causa di una inaspettata eliminazione ai play off”.

L’anno successivo, invece, la cavalcata trionfale, conquistando la promozione in A a suon di record sotto la guida di Filippo Inzaghi. “Il mister già dal ritirò ci inculcò una mentalità vincente, quella di un calciatore che in carriera ha vinto tutto” – prosegue Volta – “ogni mattina ci diceva che a dicembre saremmo stati a +10 sulla seconda. Piano piano prendemmo consapevolezza nei nostri mezzi e quando arrivammo a +12 facemmo fatica a crederci. Inzaghi riuscì a trasferire la sua forza mentale al gruppo. Un allenatore o un giocatore, però, non bastano, in quella stagione c’era la giusta alchimia che ci permise di vincere il campionato”.

Chiuso il cassetto dei ricordi, il centrale di Desenzano si immerge nel presente della Strega. “Sono andato a trovare la squadra a Brescia, c’erano il presidente Vigorito e il direttore sportivo Foggia, è stata l’occasione per salutarli. Sono informato e seguo sempre il Benevento, la rosa, indubbiamente, non rispecchia la posizione attuale, mi sarei aspettato di vedere i giallorossi più alto ma le difficoltà fanno parte del gioco. Sento spesso i ragazzi e mi raccontano che fino ad ora sono stati sfortunati, considerando anche i tanti infortuni”.

A Brescia era ancora il Benevento di Caserta, prima dell’avvicendamento in panchina: “Direttore e presidente hanno sempre abituato a nomi altisonanti, mi aspettavo un arrivo importante in panchina ma, devo ammette, non mi aspettavo Cannavaro”.

Il capitano della Nazionale campione del Mondo nel 2006 che, domenica, si ritroverà faccia a faccia proprio con Inzaghi. “Conoscendo Pippo, ci terrà in maniera particolare contro una sua ex squadra. Al Benevento, ad esempio, ci teneva a fare bene contro il Venezia. Credo sia normale per ogni tesserato. Inzaghi è un tecnico minuzioso, mi aspetto possa preparare qualcosa, una trappola per il Benevento” – racconta Massimo Volta – “penso sarà una partita che le due squadre giocheranno a viso aperto. La vittoria ottenuta dal Benevento prima della sosta permette di allenarsi in maniera più serena. Mi aspetto una sfida aperta a ogni risultato, il campo non sempre rispecchia la classifica. Entrambe hanno giocatori capaci di incidere e risolvere”.

Un occhio sempre interessato perché Volta, che intanto è tornato a indossare la maglia del Carpenedolo in Eccellenza, sogna un futuro ancora nel mondo del calcio. “Lunedì sono stato a un incontro a Milano organizzato dall’associazione calciatori sul lavoro dopo il calcio” – conclude – “mi piacerebbe rimanere in questo mondo, non so ancora con quale mansione. Adesso è dura scegliere, diciamo che per il momento si è chiuso un cerchio con il ritorno a casa, al resto penseremo più avanti”.