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Vino e arte è il binomio con cui il Consorzio di tutela dei vini del Sannio vuole dare ulteriore impulso alla presenza sui mercati internazionali dell’enologia sannita. La strada intrapresa è molto apprezzata negli Stati Uniti, in Europa ma anche in Italia dove le grandi maison vitivinicole si stanno prodigando per rendere questo binomio saldo e commercialmente vantaggioso. In tal senso, con la sua scelta ‘artistica’ il Consorzio sannita può ritenersi un precursore di questo abbinamento tra cultura artistica e mondo enologico che trova la sua massima espressione, per l’appunto, nel progetto ‘Wine art’.

La serata di gala di ‘Wine art’ tenutasi a Benevento, alla presenza delle autorità politiche e civili locali, ha voluto celebrare i vari e grandi artisti internazionali (il bulgaro Boyan Kovatchev, la tedesca Verena Mayer Tasch, il siriano Elias Naman, Harry Greb artista di cui non si conosce l’esatta identità, Yip Yew Chong poliedrico artista di Singapore, il belga Smok, l’olandese Gomad e il sannita Mariano Goglia) che hanno offerto le proprie opere, ispirate dal mondo del vino, alla comunità sannita per creare una ulteriore attrazione turistica in loco, abbinata sia all’enologia che all’arte.

Ma anche alla gastronomia di qualità e in questa direzione l’occasione è stata propizia per premiare con il ‘Falanghina Award 2022’ il siciliano Davide Asta, chef del ristorante ‘Gellius Knokke’ di Bruges in Belgio, premiato dal Gambero Rosso come ‘miglior ristorante italiano all’estero’ per l’anno corrente. 

Lo chef siciliano ha proposto l’abbinamento di alcuni dei suoi piatti con varie versioni della Falanghina, esaltando le qualità del noto ‘bianco’ sannita sia nelle sua versione ferma, ma anche spumantizzata, tardiva e pure passita.