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Benevento – “Il gender gap esiste in Italia e non risparmia il mondo dell’imprenditoria, c’è tanto cammino da fare“. Le parole di Gerardo Canfora, rettore dell’Università degli Studi del Sannio, fotografano e sintetizzano il workshop “Con le donne cresce il Made in Italy” tenutosi questa mattina preso la sede dell’ateneo di Palazzo De Simone. Assente “giustificato” Antonio Marchiello, l’Assessore alle Attività Produttive, Lavoro, demanio e patrimonio della Regione Campania ha dovuto disertare l’appuntamento a causa di un improvviso e imprevisto problema. 

Si parla di fare impresa al femminile, un fenomeno che sta crescendo in Italia dato che i numeri sono confortanti in questo senso“, è toccato allo stesso rettore Canfora fare gli onori di casa, “le imprese al femminile censite, nel secondo semestre, sono state oltre un milione e trecentomila. Come Università siamo in prima in linea su queste tematiche. Per permettere a un territorio di riscattarsi pensiamo sia necessario valorizzare i talenti e le opportunità che ci sono. Vogliamo lanciare una riflessione per consentire di fare impresa al femminile“.

Entrando nello specifico dei numeri forniti da Unioncamere, sono un milione e trecentocinquantamila le imprese al femminile censite che, nel complesso, rappresentano il 20% delle imprese italiane. Nonostante l’incremento minimo registrato, appare evidente la discrepanza che ancora sussiste e la necessità di “superare il gender gap“, come da tema principale dell’incontro odierno. Un’evidenza sottolineata da altri dati che vedono l’Italia (secondo le stime del 2021) posizionarsi solo al 17° posto in Europa per imprese femminili e addirittura al 67° se si considera la graduatoria mondiale.

Nel corso degli ultimi anni è cresciuto il numero di imprese al femminile soprattutto in agricoltura. In Italia contiamo oltre seicentomila aziende agricole e la Campania ne conta circa ventiduemila“, sono i numeri snocciolati dalla professoressa Concetta Nazzaro, “le donne hanno saputo intercettare meglio i cambiamenti che ci sono stati a livello socio-economico, soprattutto in termini di domanda alimentare perché il consumatore ha manifestato nuove richieste, specialmente in termini di sicurezza alimentare. Questo ha fatto in modo che le donne avviassero, durante l’attività agricola, processi di diversificazione produttiva. E’ cresciuto tantissimo il numero di imprese femminili che operano nel biologico, a testimonianza della capacità di attenzionare la domanda. Le donne sono quelle che riescono a rispondere meglio alle innovazioni, implementando quei processi che migliorano la funzionalità dei prodotti“.

Una crescita, tuttavia, che investe solo in parte il territorio beneventano. “Il Sannio è cresciuto, meno però rispetto alle altre province. Si è registrata una crescita significativa soprattutto per quanto riguarda l’e-commerce. Probabilmente la capacità di digitalizzarsi è stato un effetto dovuto anche alla pandemia e le imprese femminili sono quelle che hanno saputo far ricorso meglio delle altre a questo canale in un periodo particolare“, ha concluso la docente di Economia delle Imprese Agroalimentari presso il Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi Quantitativi (DEMM) dell’Università del Sannio e coordinatrice del corso di Laurea di Economia Aziendale.